PERCHE' SE NE PARLA
Scoperta a Mesumundu, nelle campagne di Siligo, in provincia di Sassari, un tratto di strada romana lungo oltre 16 metri e larga circa 4 metri. La strada, sulla quale è stata anche ritrovata una moneta del 350 d.C. circa, sepolta da una spessa coltre di terreno agricolo, è stata identificata durante gli scavi effettuati dalla scuola estiva internazionale di Archeologia Medievale dell'Università di Sassari, diretti da Marco Milanese, ordinario di Archeologia e direttore del Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione dell'Ateneo. Il luogo del ritrovamento coincide con il tracciato della strada Carlo Felice, l'attuale strada statale 131.
PERCHE' ANDARCI
Siligo sorge a 400 metri d’altezza sulle pendici del monte sant’Antonio, propaggine del monte Pelao, su cui si ergono i ruderi di un santuario nuragico e di un castello. Siligo è un piccolo paese logudorese di 900 abitanti posto al centro di un paesaggio ‘insolito’, fatto di vulcani spenti, i crateri vulcanici del Meilogu, monumento naturale dal 1994. Tra i rilievi testimoni della straordinaria attività eruttiva di 500-600 mila anni fa spiccano il monte Santu, su cui si erge la chiesa dei santi Elia ed Enoch, donata ai benedettini di Montecassino (XI secolo), e il monte Ruju, dove vedrai ‘dicchi’ vulcanici derivati dal raffreddamento di lave lungo strette fratture rocciose. Da non perdere Santa Maria di Bubalis, costruita a fine VI secolo sui resti di un edificio termale romano, e il complesso nuragico di monte Sant’Antonio (o di Cherchizza), il più straordinario monumento di Siligo. Da visitare anche i resti di un castello medioevale e il museo di Maria Carta.
DA NON PERDERE
Per gli appassionati di archeologia, nel territorio di Anela, numerose domus de Janas, nuraghi e un pozzo sacro. Distanti dal centro abitato ci sono i resti di un avamposto militare bizantino, composto da una cinta muraria di 300 metri con quattro torri angolari. Al di sopra di una si trovano le rovine di una chiesa romanica dedicata a san Giorgio di Aneletto, eretta nel 1100. In buone condizioni, invece, la Chiesa di Nostra Signora di Mesumundu, edificata nel 1162 dai cistercensi. Altri monumenti storici sono Funtana Noa, fontana in granito al centro del paese, e una caratteristica torre, entrambe del 1886.
PERCHE' NON ANDARE
Si consiglia, per agevolare la visita, di muoversi con i propri mezzi. Purtroppo muoversi in queste terre non è semplice. Ma non fatevi scoraggiare, ne varrà la pena.
COSA NON COMPRARE
E' davvero di cattivo gusto di portare a casa, come "ricordo" di questa terra, la calamita con la coppia di mafiosi. Piuttosto, meglio dare risalto alle grandi eccellenze locali. Qui è pregiata la lavorazione del cuoio e pelle, del mercato calzaturiero e dell'abbigliamento. Pensateci, ma neanche troppo.