Un inseguimento a piedi per il centro di Roma, un tuffo nel Tevere, l'incontro inaspettato con dei barili di scorie radioattive e la frittata è fatta: ti ritrovi con dei superpoteri e, nonostante tu non sia proprio uno stinco di santo, potresti essere l'unica speranza per salvare la tua città...
Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti ha conquistato critica e pubblico, aggiudicandosi sette premi ai recenti David di Donatello e segnando un benvenuto ritorno del cinema di genere in Italia. Una storia che ha elementi americani, ma un'ambientazione totalmente italiana: Roma, vista non solo nei suoi aspetti più conosciuti e amati, ma anche in quelli spesso ignorati al cinema. Le borgate, i luoghi degradati e difficili. Ecco dunque un breve excursus sulle location del film.
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Il luogo centrale del film è Tor Bella Monaca, quartiere periferico a est di Roma, tra via Casilina e il Grande Raccordo Anulare. Il regista, ai microfoni di Wired, ha dichiarato di amare molto il quartiere, che trova "molto cinematografico, con quelle torri avvolte dal verde". Metafora perfetta della sua visione di quel mondo ai margini, popolato di persone in difficoltà non "affrante, ma con più voglia e capacità di sognare degli altri".
Il film si apre con un inseguimento a piedi per le vie del centro: Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria), ladruncolo di borgata, è inseguito dalla polizia nel rione di Campo Marzio. Poi si lancia giù per il lungotevere, arrivando nei pressi di Castel Sant'Angelo. Poco dopo, si immerge nelle acque del fiume e ne esce mutato, dotato di superpoteri.
Una delle scene più importanti del film, in cui Enzo rincorre l'amata Alessia (Ilenia Pastorelli) e la convince a tornare a casa con lui, si svolge presso la stazione della metropolitana di Piramide, a Piazzale Ostiense. Lì si trova la Piramide Cestia, costruita intorno al 12 a.C., e la medievale Porta San Paolo.
Ovviamente non ha bisogno di presentazioni il Colosseo, ed è anche per questo che Mainetti sceglie di ambientarvi l'ultima scena del film: Enzo non è più solo un criminale di borgata, ma è diventato Jeeg Robot, difensore di tutta Roma, e non poteva che sorvegliarla dall'alto del suo edificio simbolo.