È davanti allo splendido 'Yali' sul Bosforo, dove si svolge principalmente la nostra storia, che troviamo Orhan Sahin, scrittore lontano dalla sua città da molto tempo tornato a Istanbul per collaborare col regista Deniz Soysal, impegnato sul suo primo romanzo. Una premessa dalla quale si svilupperà da subito un viaggio nella memoria, fatto di attese e di riscoperte, di amori nuovi e dimenticati, molto simile a quello vissuto da Özpetek stesso.
Turco di nascita (Ferzan Özpetek è nato proprio a Istanbul nel 1959, nel quartiere di Fenerbahçe) il regista turco arrivò a Roma nel 1976 per studiare cinema. Finendo poi per naturalizzarsi italiano e iniziando la sua carriera come aiuto regista in Scusate il ritardo di Massimo Troisi e finendo col diventare uno dei nostri registi più amati e prolifici. Qui lo vediamo con gli interpreti maschili del suo film: Halit Ergenç, Mehmet Günsür e Nejat Isler.
L'attrice che interpreta la splendida Neval, la donna amata in gioventù da Deniz (Nejat Isler) e che affascina Orhan Sahin (Halit Ergenç), con lei in questa foto di una romantica cena… con sorpresa.
"Mentre stavo girando sono accadute cose molto gravi" ricorda lo stesso regista, che ha persino dovuto cambiare alcune location "per questioni di allerta". Testimonianze di una situazione molto complessa che Özpetek ha voluto citare nel film, con la presenza di una famiglia curda e con la manifestazione delle madri degli scomparsi che si riuniscono abitualmente in Piazza Galatasaray con le foto dei loro cari sul petto.
Di fronte alla Piazza Sultanahmet della Moschea Blu c'è l'ingresso della cisterna sotterranea costruita dall'imperatore Giustiniano I, la più grande di tutta la città (dove si svolge una delle scene finali di Inferno di Ron Howard, tratto dal romanzo di Dan Brown).