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Roma monumenti Basilica di Sant'Agnese fuori le mura

Roma, cosa rende speciale Sant'Agnese fuori le mura

Sulle tracce della martire cristiana tra arte, storia e leggenda

Interno Basilica
©Di Livioandronico2013 - Opera propria, CC BY-SA 4.0, Wikimedia Commons
 Sant'Agnese fuori  le mura, interno
Nel quartiere Trieste di Roma la Nomentana è un’importante via di transito che collegava la capitale a quella che oggi è conosciuta come la città di Mentana. E proprio in una traversa dell’antica via consolare romana che si trova il complesso di Sant’Agnese fuori le mura, un articolato esempio di edifici cristiani di origini antiche costruiti e modificati in tempi diversi. Ne fanno parte le catacombe di Sant’Agnese, la basilica costantiniana del IV secolo di cui restano i ruderi con le possenti mura, il Mausoleo di Santa Costanza e l’attuale Basilica sulla Nomentana con il monastero annesso. La storia narra che Agnese, rifiutato il figlio del prefetto di Roma, venne denunciata come cristiana ed esposta nuda per ordine dell'imperatore Diocleziano, ma i capelli della giovane crebbero miracolosamente tanto da coprirle interamente il corpo.

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Trafitta da un colpo di spada alla gola, il suo corpo venne deposto nel cimitero sulla Nomentana, mentre sul luogo del martirio, a partire dall'VIII secolo, venne costruita una piccola chiesa che divenne la Basilica Costantiniana, voluta dalla figlia dell’Imperatore Costantino molto devota a Sant’Agnese. L’attuate basilica, definita onoriana, venne fatta costruire da Papa Onorio I nella prima metà del VII al posto della ormai fatiscente basilica costatniniana, sopra la tomba della martire. Si tratta di una basilica semi-ipogeo con l’accesso che introduceva direttamente sul matroneo e il pavimento a livello della tomba di Agnese. L’interno è a tre navate con tre cappelle per lato, sormontate da un matroneo. Le arcate delle navate laterali e del matroneo sono sostenute da colonne di epoca romana con raffinati capitelli corinzi. Tutta la decorazione interna delle navate è opera ottocentesca fatta eseguire da Pio IX e realizzata da Andrea Busiri Vici: in particolare si distinguono i ritratti dei pontefici benefattori della chiesa, e di sante martiri. Il soffitto è a cassettoni, di legno intagliato e dorato, realizzato nel 1606 e restaurato nel 1855.

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Nella navata di destra sono collocate le cappelle di Sant'Agostino, quella dei Santi Stefano e Lorenzo, e quella di Santa Emerenziana, mentre in quella di sinistra le altre tre cappelle, quella della confraternita dei Sacri Cuori, la cappella della Madonna di Pompei, e la cappella della pia unione delle Figlie di Maria. L’altare maggiore, del 1620, è realizzato con intarsi di pietre e marmi preziosi e custodisce la teca argentea con le reliquie delle sante Agnese ed Emerenziana. L’abside è rivestita di marmo cipollino, suddivisa da paraste verticali di porfido rosso: è qui, nel catino absidale, che si ammira un mosaico raffigurante Sant'Agnese e i papi Simmaco ed Onorio risalente al 625-638. Le figure sono rappresentate isolate, dall'alta valenza simbolica, circondate da un abbagliante fondo oro a testimonianza della forte influenza bizantina nell'ambiente romano dell'epoca. 
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