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Rocchetta Mattei castello Bologna

Rocchetta Mattei, il palazzo dall’architettura ‘fantasy’

Un castello tra gli Appennini fatto erigere da un Conte dal gusto eclettico, e dalla vita assai curiosa

Castello Rocchetta Mattei
istockphotos
Rocchetta Mattei
Sulle colline che circondano Bologna, in cima ad un’altura che fa parte del comune di Grizzana Morandi, si trova un edificio che non ci si aspetterebbe mai di scorgere tra gli Appennini. Un castello nel senso più fantasy del termine. Un edificio che sembra uscito da una fiaba. Un maniero imponente, tutto torrette e cupole appuntite, finestre gotiche, merlature, pattern che lo colorano grazie a giochi di incastri architettonici. Si chiama Rocchetta Mattei, ed è un castello dallo stile eccentrico, voluto da un uomo altrettanto particolare.
 
 
Mettete insieme architettura medievale mitteleuropea, stile moresco del genere più elaborato, figure mitologiche a fungere da elementi strutturali, mosaici orientaleggianti e un tocco di gotico italiano. Intrecciate la fantasia degli sceneggiatori Disney, un’incisione di Escher e un vezzo di Gaudi. Rocchetta Mazzei è un castello che il Conte Cesare Mattei ha desiderato come dimora e laboratorio dei suoi studi di elettromeopatia, una scienza avversata dalla medicina ufficiale, ma che lo rese noto ben oltre i confini nazionali. Il conte decise di far erigere il suo sontuoso e fantasioso palazzo nel 1850, sulle rovine di un antico insediamento medievale, ma la struttura fu modificata più volte nel corso della sua vita, che trascorse principalmente qui. Una sorta di cantiere eterno, che si chiuse solo con la morte del conte e con la successione ereditaria. 
 
 
Dopo diverse vicissitudini e la quasi rovina dell’edificio, Rocchetta Mattei è stata restaurata ed è oggi aperta al pubblico. Al suo ingresso, si viene accolti da un ippogrifo e due nani che sorreggono lo stipite del portone. Una volta varcata la soglia, ci si ritrova in un ambiente eclettico, che alterna cortili in stile moresco, loggiati orientali, ponti levatoi, soffitti a stalattiti, mosaici, maioliche, cappelle il cui decoro crea effetti optical surreali. Ma oltre alla particolarità dell’edificio, è la vita del Conte Mattei a suscitare curiosità e ad affascinare. Ritiratosi in questo ‘maniero fantasy’ egli si dedicò allo studio dell’elettromeopatia, e visse come un vero e proprio castellano, con tanto di corte e, pare, persino un giullare. Un uomo eccentrico, un visionario, la cui scienza medica fu apprezzata, si narra, da grandi personaggi dell’epoca, come signori e zar. Il Conte Mattei è persino citato ne I Fratelli Karamazov di Dostoevskji, capace di guarire il Diavolo in persona dai reumatismi. 
 
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