Piacenza fa parte del circuito Città d’Arte della Pianura Padana. E sicuramente tra i vanti artistici della città emiliana ci sono il Duomo con la sua meravigliosa cupola e Palazzo Farnese. Legati, a loro volta, dal tocco di Giovanni Francesco Barbieri, passato alla storia come Guercino, vera e propria icona della pittura Seicentesca italiana. L'affresco che decora la cupola della cattedrale è uno dei suoi più grandi capolavori, mentre nel palazzo rinascimentale si possono ammirare più di 20 delle sue tele. Tra sacro e profano si dipana infatti Guercino a Piacenza, un percorso aperto al pubblico fino al 4 giugno 2017 per celebrare le importanti testimonianze artistiche che l’artista ha lasciato nella città.
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La cupola del Duomo che ospita lo straordinario ciclo di affreschi realizzati da Guercino tra il 1616 e il 1627 è il fulcro della manifestazione. Tornata a risplendere grazie ai lavori di restauro e soprattutto di illuminazione, la cupola può essere ammirata da vicino in via del tutto eccezionale durante i giorni dell’evento. Ascendendo al suo interno si possono ammirare gli scomparti e le lunette affrescate, introdotte da un percorso multimediale che introduce all’opera attraverso la tecnologia. Questa ‘ascesa’ è del tutto particolare, perché gli ambienti per salire alla cupola sono stati per anni invalicabili. E solo dopo un importante lavoro di valorizzazione sono tornati ad essere accessibili.
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Intanto, a Palazzo Farnese la Cappella ducale è stata aperta per accogliere una mostra che ospita 20 capolavori dell’artista. La mostra si intitola ‘Guercino tra sacro e profano’, ma potrebbe essere anche un’ottima occasione per visitare i musei civici che il palazzo ospita, oltre che ammirare questo esempio di architettura rinascimentale. Purtroppo, dopo circa 3 secoli di vicissitudini, Palazzo Farnese venne abbondonato e in diverse occasioni saccheggiato, rimanendo preda all’incuria dall’800 al 1965. Per questa ragione tutte le suppellettili interne non si trovano attualmente nell’edificio, ma sono rimasti gli affreschi e gli stucchi a testimoniarne il passato glorioso.