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Tenerife: Pico de Teide

Pico de Teide, un gigante nell'oceano

Il Pico de Teide non è solo una montagna: è un vulcano quiescente - tra l'altro il monte più alto della Spagna con i suoi 3718 metri - a al tempo stesso un parco naturale tra i più particolari al mondo.

Tenerife
©NEXTA.com
Limponente vulcano si trova a Tenerife, isola principale dellarcipelago delle Canarie, e rappresenta uno spartiacque tra la zona settentrionale, tropicale, e quella meridionale dellisola, dal clima arido-desertico. A creare le condizioni ambientali e climatiche di questo posto davvero unico sono proprio i venti Alisei: arrivano da Nord-Est e si arricchiscono di umidità per il passaggio sull\'Atlantico. L\'aria sale rapidamente lungo i pendii della montagna e tra i 1500 e i 2000 metri la diminuzione della temperatura fa condensare il vapore acqueo favorendo la formazione delle nubi. Oltre questa quota la configurazione del terreno è tale che la temperatura dell\'aria aumenta anziché diminuire, e questo impedisce alla poca umidità rimasta di condensarsi.Il risultato è un cielo limpidissimo. Il Pico de Teide non è solo una montagna: è un vulcano quiescente tra l\'altro il monte più alto della Spagna con i suoi 3718 metri a al tempo stesso un parco naturale tra i più particolari al mondo. Salendo da Puerto de la Cruz, sulla costa meridionale dellisola, per la via della Orotava, oppure avventurandosi da nord, a partire dalla città universitaria di La Laguna su, verso i primi pendii del monte, si passa da una vegetazione tropicale ricca di banani, palme ed ananas ad una flora mediterranea con alberi da frutta ed eucalipti, fino ad arrivare, a quote più elevate, ad un vero e proprio paesaggio alpino, dove abbondano abeti, larici ed altre conifere. Per comprendere le varietà climatiche presenti in questa isola basta pensare che, in seguito alla scoperta delle Americhe da parte di Colombo, Tenerife e le Canarie in generale furono adibite a stazione di acclimatamento per le numerose nuove specie di piante che, provenienti dal Nuovo Mondo, venivano importate in Europa. Una volta superato lo spesso strato di nubi che avvolge i suoi pendii il paesaggio si fa impressionante: gli alberi e la vegetazione scompaiono, lasciando il posto a un deserto di sabbia rossa luminoso, aspro, assoluto. La lava, pietrificata da millenni, sembra sgorgare viva dalle viscere della terra. Proseguendo sulla via che interseca e attraversa il vulcano, si arriva al Parco vero e proprio: Las Canadas, che comprende le località di Guìa de Isora, Icod de los Vinos, la Orotava e Santiago del Teide. 130 chilometri quadrati che si estendono all\'interno di un cratere antico a formare un\'immensa caldera a più di 2100 metri di altitudine. Esistono diverse teorie sulla formazione geologica di questa regione: una ipotizza un\'immensa esplosione, un\'altra pare abbia accertato che tutta la regione sia stata formata da una frana delle pareti del grande cratere e la terza, infine, vede nel lento lavoro dell\'erosione il risultato di un paesaggio e di un\'orografia così inconsueti e impressionanti. E impressionante il paesaggio lo è davvero; dal mare di lava pietrificata emergono formazioni rocciose uniche: il Dito di Dio, una roccia erratica, quasi un canyon solitario che si erge al centro della caldera; la Zapata de la Reina, un\'altra formazione geologica nella pianura di Ucanca, e poi, andando avanti verso un\'area chiamata Los Azulejos, una vera e propria fantasmagoria di colori: rocce blu, verdi, rosse, gialle, nere, arrampicate sopra piccole caldere e bocche vulcaniche secondarie, così perfette e coniche da sembrare appoggiate lì dalla mano di un architetto distratto e un po folle. Il viaggio in macchina prosegue, e ad ogni curva il paesaggio cambia: il deserto da rosso si fa bianco, accecante, contrastato da rocce nerissime e frastagliate che lo sovrastano; la strada volta ancora, si inerpica a metà costa del monte e dietro una sporgenza di roccia la pianura di Malpaìs si allarga in un\'immensa distesa di lava, cupa, viva, contrastata dal cielo di un azzurro quasi accecante. Questo oceano di fuoco pietrificato è davvero lì da migliaia di anni? Non voglio più proseguire in macchina. La parcheggio sul ciglio della strada, che somiglia sempre di più a un un nastro d\'asfalto sterminato e rettilineo che taglia a metà il deserto, unendo il nulla al nulla. Così proseguo a piedi con i miei amici, voglio sentire questa lava sotto i piedi, toccarla con le mani per scoprire se al tatto appare così come alla vista, aspra, tagliente, incontaminata. E\' così. Rimpiangiamo tutti di non aver portato dall\'Italia i nostri scarponi da trekking, perché le scarpe da ginnastica cominciano a riempirsi di piccoli tagli e abrasioni. Andiamo avanti abbandonando la strada asfaltata verso un sentiero in leggera salita, indicato da un cartello che ci incuriosisce: Montana blanca. La lava cede il posto di nuovo alla sabbia e salendo, oltre al consueto paesaggio che ogni volta mi fa venire in mente la creazione del mondo, o forse la sua fine, vediamo alcune \"bombe vulcaniche\": formazioni di lava compatta, sferica e nerissima, proiettate in aria migliaia di anni fa dalle violente esplosioni. Ormai la particolarità di questo luogo non dovrebbe più impressionarci, ma è comunque strano vedere questi immensi massi più o meno sferici, alcuni del diametro di 3-4 metri, posati sulla sabbia chiarissima, dopo essere stati esplosi dalle viscere della terra ed aver effettuato un volo a volte di parecchi chilometri. Continuiamo a salire lungo il sentiero appena tracciato sulla sabbia. Salendo, il deserto si fa ocra, e dopo poco torna ad essere un mare di sabbia bianchissima. La nostra attenzione viene catturata dalla vetta del Pico de Teide, ormai chiaramente visibile; un immenso cono vulcanico, anzi, \"il vulcano\": una piramide perfetta di roccia e lava che troneggia in lontananza, testimone imponente dell\'ultima eruzione dell\'isola, quella del 1761. Da allora l\'attività vulcanica del Teide è sopita...
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