Se c’è una cosa che ai coreani piace fare, oltre a scorazzare di prima mattina nelle aree verdi per praticare della sana attività fisica, è lo shopping. La futura Capitale Mondiale del Design non fa mancare proprio nulla ai suoi abitanti, in linea con lo sviluppo sorprendente di tutto il paese: Seoul è passata in pochi anni da 5 a oltre 12 milioni di abitanti! Inutile girarci intorno: questo disorientante amalgama di grattacieli altissimi, strade a 12 corsie, palazzi e templi antichi, pagode e giardini, torri luminosissime e mirabolanti costruzioni di cemento, è la Mecca per gli acquisti, dai più stravaganti ai più convenienti (l’hi-tech su tutti).
I magnifici tre da ricordare sono: Myeong-dong, Namdaeum e Dongdaemun, i più grandi e famosi distretti dello shopping a Seoul. Quartiere caldo per antonomasia, trendy e fashion quanto basta, è Myeong-dong (linea 2 della metropolitana, fermata Euljiro 1) dove sorgono alcuni dei centri commerciali più famosi della città, non foss’altro perchè rimangono aperti anche la notte. É il caso di Migliore, ad esempio, che fino alle 4.30 di mattina accoglie il via vai delle fashion victim nei suoi piani alti illuminati a giorno. Lotte (Namdaemunno Street) e Shinsegae Department Stores sono gli altri due mostri sacri della zona. Quest’ultimo va forte con il suo settore luxury che è in grado di riunire ben 258 brand tra cui spiccano le grandi firme da Chanel a Louis Vuitton.
L’antica Namdaeum Gate (Sungnyemun o South Gate) introduce al grande Namdaeum Market, il più rappresentativo mercato all’aperto tradizionale della Corea, con la migliore selezione di capi e merci di ogni tipo. É la porta Est (Heunginjimun) di Dongdaemun (linea 2 della metropolitana, fermata Dongdaemun Stadium oppure fermata Dongdaemun della linea 1), invece, a introdurre nel distretto più famoso per lo shopping a buon mercato, tra banchi di strada e grandi magazzini ospitati in avveniristiche strutture di design, come la Doosan Tower, hello apM, Freya Town and Designer Club. Aperto fino alle 5 di mattina è il Doota, negozio di Dongdaemun Market dedicato alle ultime tendenze in fatto di stile sfornate dalla comunità dei designer giovani e chic di Seoul.
Punti di riferimento per spostarsi in questo intricato labirinto che un pò stordisce tra luci a neon e odori forti del cibo di strada venduto praticamente ad ogni angolo, sono la grande arteria di Cheonggyecheonno Street, che incrocia la Pyeonghwa Fashion Plaza e, in ogni caso, l’efficiente metropolitana che con le sue 8 differenti linee consente di spostarsi facilmente da una parte all’altra della città. C’è poi un altro quartiere da segnalare ed è Insa-dong, imprescindibile per cogliere alcuni dei contrasti più vividi di Seoul. Basti dire che qui (lungo la Ujeonggungno street) si trova il Jogyesa Temple (www.ijogyesa.net), tempio buddista situato senza mezzi termini in pieno centro cittadino, ma con lo sfondo delle colline che circondano Seoul.
La Ujeonggungno street è l’arteria dive si concentrano i negozi di articoli buddisti (rosari, incensi, campanelli di legno, riso per offerte votive e quant’altro) e, allo stesso tempo, la strada conduce (in direzione Jonggak Station, metro linea 1) a uno dei (tanti) simboli dell’avanguardia tecnologica di Seoul, la Jongno Tower che, con i suoi giochi di luci a intermittenza e l’aggressivo design, è visibile da qualsiasi punto del centro di Seoul. Al suo piano più alto è possibile godere di una vista senz’altro spiazzante sulla città, magari sorseggiando un drink al Top Cloud Grill & Cafe. La parte bassa dell’edificio, invece, è nota come Millennium Plaza, ed è occupata da tutta una serie di ristoranti e negozi.
E, a proposito di bere e mangiare, qualche indirizzo da tenere a mente: Gogung (Exit 10 di Myeong-dong Station, www.gogung.co.kr), dietro al Sejong Hotel, specializzato in vari tipi di "bibimbap" che è il piatto nazionale, composto da un mix di riso, verdure, uova e salsa piccante. Goryeo Samgyetang (a 100 metri dalla uscita 10 della fermata metro City Hall), ristorante con più di 60 anni dove assaggiare l’imperdibile zuppa di Ginseng (che in coreano si dice Insam ed è diverso dal ginseng giapponese) che sul menu si legge samgyetang. Lungo la Insa-dong street (Insadonggil), nella zona dove è più di casa il tipico ed il tradizionale, non manca lo zampino delle nuove tendenze, anche in cucina. Ci accontentiamo di segnalare Sanchon (www.sanchon.com), tempio della cucina buddista, segnalato anche dal New York Time, dove lo spirito dei monaci passa per le migliori specialità vegetariane servite con grande amorevolezza.