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Myanmar, la terra dorata

Myanmar, la terra dorata

Golden Land, terra dorata e quasi sconosciuta al turismo moderno. Su di essa hanno scritto Marco Polo, Kipling e Orwell. Le sue bellezze e il suo mistero hanno affascinato generazioni di viaggiatori. Siamo in Myanmar, nell'Asia del misticismo che si svela tra pagode e infinite statue di Budda.

Myanmar
©Myanmar Tourism Promotion Board
L’ex Birmania, oggi Myanmar, è la Golden Land, terra dorata e quasi sconosciuta al turismo moderno. Su di essa hanno scritto Marco Polo, Kipling e Orwell. Le sue bellezze ed il suo mistero hanno affascinato generazioni di viaggiatori e le sue ricchezze hanno fatto gola a conquistatori potenti, come il Kublai Kahn o la West Indie Company. Qui troverete città con il fascino di un epoca passata, come la capitale Yangon.

Viaggiando verso l’interno in auto, in treno, o con un battello sul maestoso fiume Ayerarwady scoprirete lentamente un paese che vi segnerà il cuore. Lo custodisce un popolo che da generazioni coltiva una terra difficile e aspra. Vedrete bufali d’acqua che trainano pesanti carri in legno, villaggi fatti di foglie di palma, case su palafitte e fiumi in secca, oggetti preziosi e rituali millenari. Troverete luoghi di culto spettacolari e impressionanti, tracce di civiltà ormai scomparse, pozzi petroliferi in aree desertiche, piantagioni di palme e risaie.

Incontrerete persone che vi guarderanno con curioso interesse, e vi stupirete nel credere di essere uno dei pochi stranieri cha abbiano mai incontrato. Potreste spingervi a vedere elefanti nelle foreste di teak, o piccoli villaggi su montagne inaccessibili. Imparerete a gestirvi in un paese che utilizza ben tre monete diverse: Il FEC (studiata per i turisti), il Kyath, utilizzata dalla gran parte della popolazione e il Dollaro americano, la più amata e desiderata. Scoprirete che è inutile cercare di fissare un cambio equo tra il Dollaro ed il Kyath, ma a conti fatti sarete sbalorditi ad accorgervi che un pasto vi è costato meno di un caffè.

Lasciando Yangon, la capitale, proverete una nostalgia ed un senso di vuoto. Lascerete un paese ed un popolo che ancora oggi vive sotto il controllo di una delle peggiori dittature al mondo. Tornerete a casa con la voglia di fare qualcosa, di far conoscere a tutti le meraviglie della Birmania. Vorrete che il vostro viaggio non sia solo un trofeo con cui vantarsi davanti agli amici, ma un’esperienza unica di cui farli partecipi.

Pochi, parlando della Birmania, si ricordano di scrivere quali sono le condizioni di questo popolo. Il silenzio non informa sulle tragedie passate negli ultimi anni. Esiste un regime militare che governa il paese da molti anni, nonostante l’elezione di un governo democratico nel 1990. Non vengono riportate le sanzioni imposte da agenzie ONU e organizzazioni non governative, le denuncie sullo sfruttamento della popolazione attraverso lavori forzati. E’ difficile trovare notizie di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace del 1991, e leader del governo eletto democraticamente che ancora oggi è detenuta agli arresti domiciliari.Turismo consapevole vuol dire non scendere a compromessi con la realtà dei fatti, ignorandone la drammaticità. Al contrario la (ri)scoperta di una paese straordinario come la Birmania deve passare per la conoscenza della storia presente, così come del suo glorioso passato.
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