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Genga Tempietto del Valadier

Marche, cosa nasconde la grotta vicino Genga

Immersa nei boschi la Grotta di Genga ospita un piccolo gioiello architettonico

Marche, Grotta
©Regione Marche
Grotta di Genga con il Tempietto del Valadier
In provincia di Ancona, Genga è un piccolo borgo murato che si erge su un alto poggio immerso nei fitti boschi del Parco Gola della Rossa e di Frasassi. Leggenda vuole che le sue origini siano da ricondurre ai tempi del Re Pirro, quando un suo militare, Lucio Sentinate, acquistò il Monte Giunguno per farci edificare il Castello di Genga. Più poetica è la versione che narra di una fanciulla chiamata Genga che si innamorò di un ragazzo alemanno con cui diede origine alla dinastia dei Genga.

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Una delle attrazioni più note di queste parti sono le Grotte di Frasassi, tra i più importanti complessi ipogei d’Europa che potrebbero contenere, viste le dimensioni, addirittura il Duomo di Milano. Nelle immediate vicinanze c’è anche un’altra grotta, però, che nasconde una sorpresa. Si tratta del Tempietto del Valadier, voluto da Papa Leone XII, nativo proprio di Genga, come rifugio per i pellegrini in cerca di perdono. Ecco perché è chiamata anche il Rifugio dei Peccatori. Lo fece edificare nel 1828 su progetto del famoso architetto Giuseppe Valadier. Si tratta di una struttura ottagonale in blocchi bianchi di travertino, la cui forma neoclassica si staglia con un effetto particolarmente suggestivo contro i bordi della parete della grotta. All’interno è stata posta una Madonna con Bambino scolpita dalla bottega di Canova, sostituita da una copia: l’originale è custodita al Museo di Genga.

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Accanto al tempio sorge Santa Maria infra Saxa, un antichissimo eremo scavato tra le rocce che nacque come monastero di clausura di monache benedettine. Per raggiungere il Tempietto del Valadier dalle Grotte di Frasassi basta seguire le indicazioni per il paese di Genga e girare per il Santuario Madonna di Frassassi arrivando ad uno spiazzo con l’indicazione del Presepio Vivente. Proseguendo a piedi su una ripida stradina si percorrono circa 700 metri e si arriva ad ammirare la chiesa nella roccia, resa ancora più suggestiva dal meraviglioso panorama circostante del Parco delle Grotte di Frasassi. La tradizione vuole che intorno al X secolo proprio in questo luogo la popolazione di Genga e dintorni cercò rifugio tra le pareti della grotta perché imperversavano scorrerie, attacchi e saccheggi selvaggi.
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