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Artigianato emilia romagna ferro battuto Grazzano Visconti

Grazzano, il borgo battuto nel ferro

Il prestigio e la manualità dei maestri ferrai fece la fortuna di un delizioso borgo piacentino sorto alla fine dell'Ottocento, un angolo dal sapore medievale da scoprire di bottega in bottega.

Lavori fratelli Savi
Courtesy of©savifratelliferrobattuto.it
In quel della pianura padana, tra i vigneti dei Colli Piacentini, trova spazio il borgo di Grazzano Visconti, una dimensione d’altri tempi costruita agli inizi del 1900 per volere di Giuseppe Visconti di Modrone desideroso di creare un originale centro artistico in veste medioevale. Qui, tra le sue vie bandite al traffico, si scopre l’arte dei mastri ferrai, veri artisti nella lavorazione del metallo sin dalla seconda metà dell'Ottocento.

LE FOTO: IL FERRO BATTUTO DI GRAZZANO VISCONTI

LA TRADIZIONE Quella che prima era semplicemente una piccola frazione del comune di Vigolzone, grazie all’intervento del Conte Giuseppe Visconti di Modrone si è trasformata in una realtà di grande prestigio. Il cambiamento avvenne tra i primi del 1900 ed il 1941 quando, oltre a curare il restauro dell'antico castello di Grazzano, il Conte decise di abbattere quelle cadenti case coloniche per dare un nuovo volto a questo borgo rurale pregiandolo di uno stile neo-gotico-rinascimentale fatto di case, botteghe artigiane, laboratori ed un parco di circa 15 ettari, impreziosito dalla presenza di statue, fontane barocche, vasi, siepi e giardini coltivati che prese il nome proprio dal suo creatore. L’intento era quello di creare un villaggio in stile quattrocentesco che esaltasse il legame tra i Visconti, il castello e la comunità fu così che furono costruiti nuovi alloggi, aperti laboratori e botteghe artigiane di falegnameria, intaglio, battitura del ferro e ricamo sperando così di poter assicurare lavoro ai giovani una volta terminati gli studi. Oltre ad essere egli stesso progettista, direttore dei lavori, pittore e affrescatore, Giuseppe Visconti "uomo coltissimo di gusti raffinati e di idee ben chiare", venne aiutato da un team efficiente composto d dall'architetto Alfredo Campanini, il capo-mastro Giuseppe Girometta, il muratore Ernesto Ferrari e, a collaborare fu anche Francesco Savi, fabbro la cui firma la si nota nell'incastellatura ad arco con quattro briglie porta secchi a testa di drago del pozzo di Piazza Gian Galeazzo Visconti, una trasformazione di rilievo che portò, nel 1908, alla nascita dell’Istituzione Giuseppe Visconti di Modrone, un laboratorio in cui era possibile formarsi nella lavorazione del ferro battuto, un’arte artigianale che, grazie all’abilità dei fucinatori segnò il decollo di quello che sarà definito lo stile Grazzano portando in alto il nome di questa piccola realtà per il suo prestigio artistico tanto che, nel 1986 la regione Emilia Romagna ha elevato il borgo al rango di “città d’arte”. Dal 1946 la conservazione e lo sviluppo del borgo furono affidati ai figli di Giuseppe Visconti, Luigi, Anna con il marito Adolfo Caracciolo.

LE CARATTERISTICHE Quello del fabbro è un mestiere che ha migliaia di anni e, nel corso del tempo non è cambiato e continua a vedere abili artigiani custodire e tramandare di generazione in generazione l’arte di creare oggetti di metallo lavorato artisticamente a martello partendo da un materiale molto povero. A seconda dell’esigenze del cliente, dell’abilità e dell’esperienza di ogni artigiano, si adottano tecniche diverse, a volte il disegno dalla mente viene messo in pratica, altre, per lavori più impegnativi, ci si avvale di disegni sulla tavola che vengono poi incisi manualmente con meticolosa precisione, pronti a mettere sul mercato cancellate, mobili, cornici, tavoli sbalzati, librerie impreziosite da decorazioni, c’è chi rimane sul classico realizzando particolari massicci, di elevato spessore e chi intende dare maggiore leggerezza avvicinandosi a motivi floreali. Ci sono poi diversi tipi di artigiani, da quelli che hanno a cuore e credono fermamente nell’importanza e nel prestigio della manualità e rifiutano qualsiasi tipo di macchina a coloro che invece lavorano avvalendosi di strumenti moderni per aumentare la produzione. Il simbolo che identifica il ferro piacentino è il gallo di Grazzano, ideato da Cesare Leonardi, uno dei grandi nomi di spicco uscito dalla ditta Savi, un disegno che se in un primo momento non convinse molto il Visconti, colpì invece la Regina d'Italia Elena di Savoia.

IL TERRITORIO Un tuffo nel passato di questo borgo dal sapore medievale conduce fino alla Mostra permanente di attrezzi agricoli allestita nella Cortevecchia di Grazzano Visconti, una location interessante che permette di scoprire le origini di questa dimensione pittoresca ammirando gli attrezzi agricoli del primo '900, testimonianze dell'attività manuale ed inseguito della meccanizzazione del lavoro agricolo.

INDIRIZZI Ancora oggi passeggiando tra le silenziose vie di questo borgo ci si addentra in una dimensione medioevale là dove individuare innumerevoli botteghe artigiane dove si lavora il ferro battuto come tradizione vuole, c'è quella storica dei Fratelli Savi in Piazza Gian Galeazzo Visconti 12 che, dal 1860 producono letti, tavoli e tavolini in ferro e cristallo, mensole, sedie, appendiabiti di varie forme, lampadari etc. avvalendosi delle antiche tecniche manuali per la lavorazione del ferro battuto e la ricercatezza dei particolare avvalendosi di decorazioni di fogliame che danno l’idea di un lavoro più leggero e sono molto curati anche nella parte cromatica. Riconosciuta come Bottega Storica dell’Emilia Romagna, quella dei Savi lavora per il mercato europeo e con frequenti e numerose commesse dei paesi orientali. Tra i nomi illustri Roberto Cavanna che, dal 1940, nella sua bottega sita nella Strada del Cantone, 20 realizza opere in ferro battuto.

LE FOTO: IL FERRO BATTUTO DI GRAZZANO VISCONTI

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