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Shangri-la riserve e monasteri

Tra riserve naturali e monasteri

Lo Shangri-la è un luogo edenico per l'ecoturismo a cui si aggiunge quell'inesorabile senso di sacro che, dogmi a parte, si avvale di una certa inspiegabile immanenza.

Shangri-La
Credits©Visit Our China
Prodigi della natura, dicevamo. Sì lo Shangri-la è un luogo edenico per l’ecoturismo a cui si aggiunge quell’inesorabile senso di sacro che, dogmi a parte, si avvale di una certa inspiegabile immanenza. Difficile dimenticare che siamo nel cuore del buddismo tibetano, nel regno dello spirito di natura e delle armonie cosmiche. Le montagne sacre ai buddisti non saranno strepitose per questo, ma di sicuro emanano forze magnetiche che vanno al di là di qualsiasi giudizio di sorta. Dal Meili Snow Mountain al Baimang Snow Mountain che è una Riserva Naturale, alle terrazze di roccia più larghe di tutta la Cina, a Baishuitai, culla della cultura Dongba dell’etnia Naxi, la più numerosa dello Yunnan settentrionale.

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Nel dialetto Naxi, Dongba vuol dire qualcosa di traducibile più o meno come “uomo saggio” inteso nell’accezione di sciamano. La tradizione, infatti, attribuisce a tale Dingba Shilo, uno sciamano tibetano vissuto nelle cave di Baishuitai 900 anni fa circa, l'invenzione della particolare scrittura pittografia a cui ancora oggi è legata la cultura Dongba soprattutto tra gli anziani dei villaggi.

Vero paradiso per gli escursionisti è la Riserva Naturale dell’Haba Snow Mountain, a sud-est della contea di Shangri-la, 120 km da Jiantang, capitale della prefettura Diqing. Sempre i Naxi ci dicono qualcosa intorno a  questo luogo che, nel loro dialetto, significa “fiore d’oro”. Protagonisti di scenari mozzafiato, picchi perennemente innevati e laghi ghiacciati tra cui i più belli hanno nomi come Heihai, Yuanhai, Huanghai e Shuanghai. Tra i ghiacciai, il principe è il Mingyong con i suoi 4 km di lunghezza.

 Nella zona centrale del patrimonio naturale del mondo Unesco, il Three Parrallel Rivers, si trova immerso in una foresta di conifere, il Pudacuo National Park che a sua volta ingloba la Riserva Naturale Bitahai e l’area scenica del Shundu Lake della regione di Hongshan. Come miraggi appaiono fenomeni naturali che hanno la sacrosanta presunzione di seguire i ritmi stagionali, come il lago Napahai ad esempio che significa “la foresta accanto al lago” e che esiste con la sua abbondanza di acque profonde durante l’estate (la stagione delle piogge) fino a straripare nel Jinsha River, mentre in autunno e inverno l’area si restringe lasciando “apparire” letteralmente un mondo colo oro che veste le praterie circostanti, abitate da yaks, cavalli, pecore e pastori tibetani.

Nello Shangri-la è anche possibile vedere la rarissima specie di gru dal collo nero, esistente con pochi esemplari nel mondo. A tramandare senza troppo clamore la cultura religiosa del luogo, i monasteri fanno la loro comparsa tra le più improbabili pieghe di rocce e scomodi crinali di pietra. Tappe fondamentali, il Gedan Songzanlin, dichiarato Museo di Arte Tibetana, e Dongzhulin dove vivono un centinaio di cantilenanti monaci isolati dal resto del mondo, in pace con se stessi.

Un po’ più di contatto umano è sicuramente possibile nella Città Vecchia di Jiantang, Dukezong, il cui nome in tibetano non può che restituire solite incredibili suggestioni: la “città della luna bianca”. Stradine acciottolate popolate da negozietti rendono ogni passeggiata una scoperta, con giardini che combinano stile Han e Tibetano. Si può approcciare alla cucina locale presso uno dei ristoranti più noti della città, “Add”, all’inizio di Sifang Street nella città vecchia. Immancabile il tè al burro di yak e tutti i suoi derivati.

Infolink
Yunnan Provincial Tourism Administration
www.ynta.gov.cn
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