Tempi duri per la musica brasiliana nella regione di Bahia. Dal luogo che ha esportato nel resto del mondo la famosa lambada, divenuta un vero e proprio tormentone in Italia alla fine degli anni '80, arriva una crociata contro le canzoni caratterizzate da testi ritenuti offensivi per le donne.
Il tutto è contenuto nella cosiddetta 'legge anti-volgarità', approvata dall'assemblea legislativa statale su proposta della deputata Luiza Maia, esponente locale del Partido dos trabalhadores della presidente del Brasile, Dilma Rousseff.
In base alla legge, sarà proibita l'esibizione di artisti che presentino musiche che in qualche modo mortifichino, incentivino alla violenza o espongano le donne a situazioni imbarazzanti. Entrano nel mirino della normativa tutte quelle musiche che spesso raggiungono il successo proprio grazie all'uso nei testi cantati di frasi a doppio senso, come il cosiddetto pagode, un genere molto diffuso a Salvador e di enorme impatto popolare.
Nella regione il dibattito è aperto, visto che molti considerano la legge una sorta di censura. Anche perché il governo di Bahia intende invece vietare l'ingaggio di bande le cui hit più famose contengano parole considerate lesive per la dignità della donna. Chi non si adegua rischia multe salate e addirittura la confisca del 50% del compenso.
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