La Penisola di Dingle

La Dingle Peninsula si estende lungo la costa atlantica, abbracciando le contee di Cork & Kerry, fonte di ispirazione di molte leggende irlandesi; ed effettivamente non è difficile immaginare di trovarsi in un luogo incantato abitato da leprecon, folletti e fate. Anzi, per godere appieno della magia del posto non si può prescindere da alcune credenze popolari, da quella predisposizione tutta irlandese all'invenzione di favole e storie mitologiche, che ha profonde radici storiche. Una difesa spontanea alle sofferenze che la storia ha inflitto a questo popolo. E la bellezza incontaminata di molti luoghi dell'isola, come questo spicchio d'Oceano, ha qualcosa di soprannaturale, di malinconico. Sei mai stato in Irlanda? Racconta la tua esperienza sul forum di Turismo.it. Consigli, idee, suggerimenti, curiosità e quant'altro sulla bellissima Isola Verde. E' davvero possibile scorgere un leprecon alla base di un coloratissimo arcobaleno che divide in due l'orizzonte? I "leprecons" sono i folletti più famosi d'Irlanda, vivono sotto i dolmen, nei cespugli di biancospino con al seguito un pentolone colmo di monete d'oro. Se riesci a scovarlo, devi guardarlo dritto negli occhi e non distogliere mai lo sguardo dal suo; solo così potrai beneficiare del suo bottino, altrimenti si innervosisce e scappa via. Oppure potete cedere alle malie di streghe e sirene della baia di Tralee. In ogni caso non mostrate il vostro eventuale scetticismo a un irlandese che, a tal proposito, non accetta compromessi: tutte queste creature esistono realmente. Per usare le parole del poeta irlandese Yeats: "il celta è un visionario che non ha bisogno di scavare" (perché, scavando scavando, qualsiasi essere umano è necessariamente un pò visionario). Leggende a parte, la beatitudine della Penisola di Dingle e della Dingle Bay è reale. Spazi ariosi dalle prospettive infinite dove non si distingue il confine di cielo e mare in un'unica sfumatura di blu che si tinge di tutte le gradazioni possibili, con sprazzi di verde smeraldo che sembra di trovarsi in qualche angolo di mondo tropicale. Fino alla spiaggia di Coumenule (quella del film "La figlia di Ryan"), ritratta in tutte le cartoline e stampe della zona, un rifugio quasi scavato nella roccia nera paradiso di geologi e naturalisti e davanti soltanto l'oceano, in lontananza le isole Skellig. Parte del panorama, bagnanti calorosi (anche nelle più belle giornate di sole la temperatura di fine agosto è comunque inotrno ai 22 gradi) e giovani surfisti, speleologi che si aggirano tra le cave di pietra a cogliere preziosi frammenti di roccia, qualche turista a piedi nudi sulla sabbia fine e bianca, qualcun'altro ha montato una tenda poco più in là, nella zona erbosa in alto, a pochi metri dalla Ryan's Daughter Commemorative Stone, davanti a uno scorcio di oceano tra i più belli della costa.