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Gente di Dublino

Gente di Dublino

Dublino è la capitale più giovane d'Europa dove i ragazzi girano tutti con il walkman incorporato e la mania musicale sconfina dai pub in mezzo alle strade.

Dublino
courtesy of ©Cecilia Martino
Tradotto, in astratto, come uno stile di vita, un modo di essere, una disponibilità d'animo, il "craic" può risolversi concretamente in gesti, più che in stereotipi, che a volte lasciano interdetti.

A Dublino è pressoché impossibile avere una cartina in mano e guardarsi intorno con aria un po' persa, e passare inosservati. Il primo che passa – se non il primo, il secondo, massimo il terzo – si fermerà a concedervi il suo aiuto spontaneo e a dare tutte le indicazioni del caso. Analoga sorte, benché con intenti diversi, capita nei pub. I famosi pub irlandesi che, effettivamente, meritano tutta la fama che hanno.

Si potrebbe riassumere l'esperienza del pub con uno slogan: "qui non sei mai solo". La condivisione all'interno di questi salotti d'Irlanda – il cui nome in effetti è sinonimo di "public house" –  è totale ed implicita. Si condivide la musica e la birra, la quintessenza dell' irish way of life. Musica folk che parla della storia e, dunque, svela le debolezze di un popolo in fondo "sopravvisuto" a tante cose: alle invasioni anglonormanne, alla supremazia inglese, alla carestia. Da qui il forte orgoglio nazionale inciso in alcune insegne e nei nomi delle strade, rigorosamente in gaelico (irlandese, con la traduzione in inglese). Non un dialetto riservato a momenti di coloritura etnica, bensì la lingua nazionale, quella che bisogna sapere per accedere all'università, materia di studio obbligatoria.

Dublino è una città da vivere con calma il giorno e forse più in fretta la notte che, rispetto alle abitudini italiane, gioca davvero molto in anticipo. Considerando che dalle sei alle otto di sera si cena, bisogna sapersi organizzare altrimenti si rischia di trovarsi al posto giusto nel momento sbagliato (e non è raro assistere alla scena di turisti scontenti e increduli davanti alle porte di un pub chiuso o di un bodygard che non li fa entrare).

L'ideale è adeguarsi immediatamente ai ritmi irlandesi, mimetizzarsi con questi simpatici bevitori di birra e rincorrere il tempo dalla Grafton Street a Temple Bar, magari in bicicletta. E' in questo mitico quartiere di Dublino che si può passare da un locale all'altro e apprezzarne la varietà, la compagnia, l'ossessività; si sente la musica da fuori, si vede la fila davanti all'ingresso, ci sono molti modi per scegliere quello che si preferisce, guida turistica a parte.

Il consiglio è forse proprio quello di svincolarsi dagli elenchi su carta che riassumono in poche righe quello che potrebbe essere la svolta di una serata. Tanto a Dublino non ci si perde. Temple Bar avvolge come un mantello, e se comincia a piovere quasi non te ne accorgi (in effetti la pioggia irlandese è poco più di una "doccia", "shower", come la chiamano loro); e pensare che questo quartiere doveva diventare un parcheggio di autobus! E invece gli unici parcheggi sono quelli per le bici, tante, colorate, messe lì in fila, parte integrante di una scenografia vivente.

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