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P { margin-bottLE VIE DEI FORMAGGI DOP DI TURISMO.IT
Ottenuto
con il latte che avanzava da quello destinato alla produzione della
Fontina, il Fromadzo, pur essendo un formaggio “di recupero”, ha
rappresentato per secoli un'importante fonte di sostentamento per le
famiglie più povere della regione.
LA
TRADIZIONE Il Fromadzo d'Aosta vanta, probabilmente, le stesse origini antichissime
dell'altro formaggio DOP valdostano da cui "deriva", collocate attorno al XIII secolo.
Le sue prime apparizioni, però, risalgono a qualche secolo più
tardi. Nel 1480, infatti, in uno dei dipinti del Castello di Issogne raffigurante una bottega di formaggi, fa capolino una forma dalle
caratteristiche fisiche molto simili a quelle del Fromadzo. Risale al
XV secolo anche la menzione, nell'autorevole opera della Summa
Lacticinorum, di un formaggio dalle peculiarità riconducibili a
quelle del gustoso prodotto valdostano. Nel XVII secolo, infine, in
alcuni documenti viene citato il fromage commun o fromage ordinaire
che quasi certamente sono i nomi in dialetto Patois con cui veniva
chiamato il Fromadzo in origine. Ciò che non ha alcun bisogno di
essere interpretato, invece, è il ruolo che questo prodotto
rivestiva per le famiglie meno abbienti della regione. La sua
capacità di conservarsi a lungo, infatti, garantiva alla popolazione
di disporre di un'importante fonte di proteine anche nei mesi più
freddi, quando le altre risorse alimentari venivano a scarseggiare.
Era, inoltre, un'ottima alternativa alla Fontina e poteva essere
prodotto, in caso di scarsa disponibilità di latte vaccino,
utilizzando quello caprino come integrazione. Nonostante fosse, dunque,
un formaggio di recupero, era un'importante fonte di sostentamento la
cui preparazione è entrata saldamente a far parte delle tradizioni e
della cultura locali.
Leggi anche: i sabotiers della Val D'Ayas
LA
DENOMINAZIONE Originario
dell'alta Val d'Ayas, oggi il Vallé d'Aoste Fromadzo, che ha
ottenuto il riconoscimento della DOP nel 1996, viene prodotto sull'intero
territorio della regione utilizzando latte munto ad un'altitudine
compresa tra i 1.200 metri del comune di Brusson e i 3.000 metri
dell'area ai piedi del Monte Rosa. Le forme sono rese riconoscibili
dall'apposizione del marchio della denominazione su una delle facce,
e dalla marchiatura a fuoco sullo scalzo che riporta più volte il
nome per esteso del formaggio con orientamento verticale.
LE
CARATTERISTICHE
Si tratta di un formaggio a pasta semidura ottenuto con latte vaccino
di due mungiture. Viene prodotto in quattro varianti: semigrasso,
semigrasso con aggiunta di erbe aromatiche (ginepro, cumino selvatico
ecc.), magro e misto vaccino-caprino. Si presenta in forme
cilindriche con facce piane di 15-30 centimetri di diametro, scalzo
di altezza compresa tra 5 e 20 centimetri e peso variabile
da 1 a 7 chilogrammi in base alle dimensioni della forma. Viene
sottoposto ad un periodo di stagionatura che si protrae da 60 giorni
a oltre 14 mesi, determinando caratteristiche differenti tra le forme
in base al grado di maturazione. La crosta si distingue per il colore
paglierino che assume tonalità tendenti al grigio con sfumature
rossicce con il prolungarsi della fase di affinamento. Al taglio, la
pasta si presenta di colore bianco nel tipo fresco e paglierino più
o meno intenso nel tipo più stagionato. Ha struttura compatta con
occhiatura irregolare di piccola e media dimensione e sapore assai caratteristico e fragrante, semi-dolce nel formaggio fresco,
più deciso, sapido e lievemente piccante nelle forme più mature. Il
profumo si distingue per il sentore di latte con aroma di erbe di
montagna specialmente se prodotto nel periodo estivo. Il tipo fresco
non può avere una percentuale di grasso superiore al 20%, mentre nel
semi-grasso la percentuale oscilla tra il 20 e il 35%. Per mantenere
inalterate le sue qualità, deve essere conservato in frigorifero ad
una temperatura compresa tra i 4 e gli 8 gradi e consumato entro 8-10
giorni.
LA
PRODUZIONE
Ogni anno vengono confezionate circa 6 tonnellate di Fromadzo che
risponde ai requisiti imposti dal rigoroso Disciplinare di
Produzione.
IL
TERRITORIO Dominata
dal Monte Rosa, la Val d'Ayas è una valle di origine glaciale
caratterizzata da un imbocco molto stretto e da ampie conche
ricoperte di rigogliosi boschi di larici, latifoglie ed abeti. I
numerosi ghiacciai hanno provocato la formazione di suggestivi laghi
alpini, spesso meta di escursioni e passeggiate nella natura. E'
solcata dal fiume Evançon sul quale si affacciano numerosi borghi
come Champoluc, dal quale si possono comodamente raggiungere gli
impianti sciistici del comprensorio Monterosa Ski. Si trova nel
territorio del comune di Ayas, capoluogo della valle, formato da ben
35 villaggi, tra i quali si distingue anche quello di Antagnod,
inserito nella lista dei borghi più belli d'Italia. Da visitare
anche i pittoreschi villaggi di Resy, Soussoun, Crest, Mascognaz,
France e Cunéaz, retaggio delle antiche colonie Walser che, sin dal
loro insediamento, influenzarono notevolmente gli usi e i costumi
della valle. Sul territorio di questi borghi si possono ammirare i
caratteristici rescards, le case contadine in legno e pietre,
tipiche dell'architettura vallese. Leggi anche: montagna golosa con i Walser
Di origine romana, il borgo di
Brusson sorge nei pressi dei
laghi di Frudière. E' il punto di partenza ideale per intraprendere
escursioni ed itinerari alla scoperta della natura della valle oltre
a rappresentare un vero paradiso per gli amanti dello sci grazie
all'accesso agli impianti di risalita del comprensorio Palasinaz. Sul
territorio del comune si possono raggiungere, inoltre, alcuni siti di
grande fascino che raccontano la storia ayassina legata alla
dominazione dell'Abbazia di Saint-Maurice d'Agaune e la successiva
infeudazione da parte della casata degli Challant. Si tratta delle rovine del
castello di Graines, fatto costruire nell'XI secolo dai monaci
dell'abbazia, che domina l'abitato dall'alto di un promontorio, e
della casa forte degli Challant. Leggi anche: la famiglia trova rifugi nell'Alta Val d'Ayas
LA
CULTURA
La Val d'Ayas, di cui è originario il Fromadzo, è una terra
caratterizzata da una ricca tradizione gastronomica ed artiginale.
Bastano un paio di giorni in automobile per esplorarla e scoprirne le
prelibatezze ed i prodotti più rappresentativi. Iniziando il proprio
itinerario dai primi centri abitati della valle,
Challand-Saint-Victor e Challand-Saint-Anselme si può gustare
un'ottima polenta in numerose varianti, tra le quali si distinguono
gli sfiziosi abbinamenti con il formaggio Salignoun, gli stufati di
cacciagione o la brossa, una crema ottenuta dal siero del latte
riscaldato ed aromatizzato con aceto. Raggiungendo Champoluc, invece,
si può godere degli ottimi menù a km zero preparati con prodotti
locali come patate, polenta, formaggi e carni bovine. Tra i numerosi
piatti che si possono assaggiare si distinguono alcune
caratteristiche ricette tipiche come le frittelle di borragine, le
fresse o quagliette (un secondo a base di cavoli e frattaglie),
ottime in abbinamento alla polenta, i rosti (palline di polenta
fritte ripiene di formaggio), i beignet (le celebri frittelle di
mele) o la tradizionale menestra de l'ano, una zuppa preparata con
pane di segale secco ammorbidito con vino rosso ed aromatizzata con
zucchero, cannella e chiodi di garofano. E per un tuffo
nell'affascinante artigianato locale, l'appuntamento è ad Antagnod
dove si può visitare l'atelier della Cooperativa “Li Tsacolé
d'Ayas” all'interno del quale è stata allestita la mostra
permanente dedicata ai sabots, i caratteristici zoccoli intagliati
nel legno, autentico fiore all'occhiello della tradizione locale.
IN
CUCINA Ottimo
da gustare al naturale accompagnato da pane di segale, polenta o
verdura, in base al grado di stagionatura può essere impiagato per
diversi utilizzi in cucina. Il tipo fresco si presta ad essere usato
come ingrediente per la preparazione di risotti, pietanze a base di
carne e numerose ricette della tradizione valdostana, specialmente
zuppe e minestre. Le forme più mature, invece, si prestano ad essere
grattugiate per insaporire le preparazioni più differenti. Si sposa
gradevolmente con vini locali come l'Enfer d'Arvier, il Torrette, lo
Chambave Rouge, l'Arnad'Montjovet e il Donnas.
ALTRE DOP IN VALLE D'AOSTA: FONTINA