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Jan Fabre, mostra, Biennale, Venezia

Jan Fabre alla Biennale d'Arte di Venezia

Al'abbazia di San Gregorio una mostra ripercorre quarant'anni di lavoro del Maestro

Jan Fabre
PH: Pat Verbruggen ©Angelos bvba
Jan Fabre - Skull with Woodpecker (2017)
S'intitola “Glass and Bone Sculptures” la mostra di Jan Fabre che si svolge a Venezia in occasione della 57. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia. Si tratta di un progetto inedito, appositamente studiato per gli spazi dell’abbazia di San Gregorio che rimarrà visitabile fino al prossimo 26 novembre. Per oltre 35 anni, Jan Fabre è stato uno delle più innovative e importanti figure del panorama dell'arte contemporanea internazionale. Come artista visivo, sceneggiatore teatrale e autore, Fabre riflette sulla vita e la morte, sulle trasformazioni fisiche e sociali, oltre che sulla rappresentazione crudele e intelligente di animali ed esseri umani.

PERCHE' ANDARE
 
Il percorso espositivo, curato da Giacinto Di Pietrantonio Katerina Koskina e Dimitri Ozerkov, presenta oltre 40 sculture di Jan Fabre, in grado di ripercorrere la sua ricerca fin dalle origini, innescando una riflessione filosofica, spirituale e politica sulla vita e la morte attraverso la centralità della metamorfosi. Per la prima volta, sono riuniti insieme lavori in vetro e ossa, realizzati nell’arco di un quarantennio, tra 1977 e il 2017. Affascinato dall’alchimia e dalla memoria dei materiali, Jan Fabre si è ispirato alla tradizione pittorica dei maestri fiamminghi che erano soliti miscelare ossa triturate con i pigmenti colorati e all’artigianalità dei vetrai veneziani. L’artista ha deliberatamente scelto questi due materiali duri, che sono forti a dispetto della loro delicatezza e fragilità, per mettere in risalto la durezza e la fragilità della vita stessa. I due materiali modellano parti e insiemi di corpi umani e animali: a volte, questi mantengono la loro naturalezza cromatica delle altre sono dipinti con il colore blu tipico della penna a sfera Bic.
 
DA NON PERDERE
 
Ricordiamo che lungo tutta la sua carriera, Fabre si è sempre confrontato con questi due materiali, a partire dal 1977, quando realizzò “The Pacifier”, un ciucciotto realizzato in osso, ma avvolto da schegge di vetro che non può essere usato a meno che non ci si voglia ferire. E di vetro era l’altare primitivo di ossa umane di “The Future Merciful Vagina and Phallus” (2011) sulla cui sommità c’erano un osso pelvico e un fallo. Nella ricerca di Jan Fabre, le ossa si associano alla morte. Nella “Pietas”, presentata durante la Biennale d’Arte del 2011 alla Nuova Scuola Grande di Santa Maria della Misericordia a Venezia, che riproduceva in scala 1:1 la Pietà di Michelangelo, il volto della Madonna era stato sostituito da un teschio, immagine della morte.
 
JAN FABRE. GLASS AND BONE SCULPTURES 1977-2017
Fino al 26 novembre 2017
Luogo: Abbazia di San Gregorio (Dorsoduro 172), Venezia
 
 
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