Gli obiettivi da tenere in conto durante la programmazione delle feste popolari, sono, da sempre collegati alla cultura agro-silvo-pastorale del Parco. Auspicare un abbondante raccolto dai campi o scongiurare intemperie e catastrofi naturali, o ottenere protezione nell’affrontare e nel debellare il male, sono le motivazioni che ispirano i riti e le pratiche religiose vissute in loco. Si tratta, logicamente di cerimonie arcaiche, basta pensare che un tempo il ciclo calendariale delle feste intervallava lo scorrere della vita comunitaria. Infatti, le feste popolari che vengono vissute in diversi paesi sono impregnate di tradizioni e usanze, in stretto legame con quelle religiose. Pensiamo per esempio al Presepe Vivente di Rivisondoli, alla festa di S. Antonio Abate, alle panicelle di San Biagio nella cittadina di Taranta Peligna, ma ricordiamo anche la processione del Venerdì Santo e la Madonna che Scappa a Sulmona, ed ancora la festa di S. Domenico e la processione delle Verginelle a Pretoro, mentre a Pratola Peligna si vive la Madonna della Libera, a Pacentro la Corsa degli Zingari ed, infine, San Martino festa dei cornuti a San Valentino.