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Le masserie di Puglia

Le masserie: un tesoro di Puglia

Queste costruzioni rispondono ad uno stesso criterio costruttivo, che le divide in due piani, dove al superiore si trova l' abitazione del signore, o del " massaro" (responsabile del fondo agricolo), e al piano terra trovano spazio gli allogiamenti dei contadini e la zona lavorativa

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Courtesy of©Schena editore
1920. Monopoli. Una grande abitazione in mezzo alle campagne, tra ulivi e mandorli in fiore. La vita di un'intera comunità è scandita secondo i ritmi che impone la terra e la sua coltivazione. Fianco a fianco si intrecciano le vite di diverse famiglie, da quella dei proprietari a quelle dei contadini e dei coloni. 1970, stesso luogo. Solo un gruppo di giovani in fuga dalla città si ritrova nell'edificio ormai abbandonato. È il tempo della rivolta giovanile e dei "figli dei fiori". L'edificio si presenta come un luogo ideale e sufficientemente appartato per ritrovarsi e suonare la chitarra. Oggi: le masserie della Puglia, circa 150, sono ancora lì, tra le province di Brindisi, Taranto, bari; appaiono all'improvviso tra le strade statali in mezzo alla campagna, con l'imponenza e la dignità di chi avrebbe una lunga serie di aneddoti e storie di vita vissuta da raccontare. Alcune sono state restaurate e talvolta destinate a nuovi impieghi. Altre, del tutto abbandonate, vivono una solitudine difficile e, forse, rischiosa, ma non priva di fascino e comunque carica di storia. Esistono molti documenti che attestano l' attività delle antiche fattorie rurali: già ai tempi dei romani vi erano delle costruzioni abitative atte alla cura delle coltivazioni, usanza che continuò anche sotto la dominazione saracena e che proseguì con le masserie reggie del periodo Svevo-Angioino. Solo nel 1750, Carlo III di Borbone, istituendo il Catasto Onciario, permise la nascita delle Masserie come oggi le conosciamo. Queste costruzioni rispondono ad uno stesso criterio costruttivo, che le divide in due piani, dove al superiore si trova l' abitazione del signore, o del " massaro" (responsabile del fondo agricolo), e al piano terra trovano spazio gli allogiamenti dei contadini e la zona lavorativa. Persino L.B. Alberti nel "De re aedficatoria " fornisce delle importanti indicazioni in merito alla distribuzione degli spazi per l'abitazione sia del proprietario, che del colono. Spesso le masserie sono realizzate con blocchi di bianco tufo, duttile, facile da estrarre, che in Puglia ha permesso la costruzione anche di tante opere d'arte. Gli edifici sono circondati da spessi muri, che comprendono vasti giardini, in cui si trova la cappella e dove, a seconda del territorio su cui sorgono, sono coltivati ulivi, mandorli o viti. Girando per la campagna si incontrano masserie che ricordano i palazzi gentilizzi delle campagne venete, e altre che somigliano a castelli, magari perchè situate vicino alla costa, e rese inaccessibili per difendersi dai briganti, che spesso vedevano nelle Masserie un rifugio in cui rifocillarsi, assistere alla messa, o addirittura, ricevere o inviare messaggi. E' facile intuire come la storia delle Masserie sia strettamente legata alla storia italiana e all'evolversi dell' industria.
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