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La natura antica e bellissima del Bosco della Mesola

Lungo i cordoni litoranei deltizi del Po di Goro e del Po di Volano si può ammirare ciò che resta dell'antico bosco di pianura che un tempo ricopriva la costa alto adriatica

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Courtesy of ©PR Delta Po ER/Parks.it
Il cervo del Bosco della Mesola
Con i suoi paesaggi dalla natura incantevole rispettosamente plasmati dall'uomo nel corso dei secoli, il Parco del Delta del Po è un'area protetta che racconta una lunghissima storia di interazione tra l'uomo e il territorio. Un mosaico di scenari differenti in cui le opere di bonifica e canalizzazione si fondono con le vestigia di una natura antica e, ormai, quasi perduta. Come quella del Bosco della Mesola. Questa magnifica area boschiva che occupa una superficie di oltre 850 ettari lungo la costa alto adriatica, in corrispondenza dei Comuni di Goro, Codigoro e Mesola, in provincia di Ferrara, rappresenta, infatti, una preziosa testimonianza della vasta foresta termofila a prevalenza di leccio chiamata Bosco Eliceo che, un tempo, ricopriva le aree emerse degli acquitrini che punteggiavano la zona litoranea.

Questo affascinante residuo di bosco di pianura , uno degli ultimi e meglio conservati della costa adriatica, è oggi tutelato dalla Riserva Naturale Gran Bosco della Mesola che si estende per più di 1.000 ettari salvaguardandone l'esistenza e la sopravvivenza della flora e della fauna che custodisce. Originatosi in epoca medievale, in particolare tra il XII e il XV secolo, il bosco sorgeva sui cordoni litoranei formati dal Po di Goro e dal Po di Volano dei quali sopravvivono evidenti tracce nel suolo sabbioso dall'andamento irregolare che svela la presenza di antiche dune tra le quali si formano ristagni di acqua caratterizzati dalla tipica vegetazione palustre.

Ad incorniciare il bosco un tempo di estendevano vaste paludi che richiamavano una ricca fauna ornitologica oggi drasticamente ridotta a seguito dalle opere di drenaggio e bonifica succedutesi nel corso dei decenni. Nel tentativo di cercare di riprodurre quanto più fedelmente l'antico ambiente del bosco di pianura, all'interno della riserva è stata oggi ricavata una zona umida, chiamata Elciola, che ospita anatidi ed aironi. Questa area della riserva, così come altre zone del bosco, sono generalmente interdette al pubblico ma vengono rese accessibili in determinati periodi dell'anno, in occasione di alcune ricorrenze (lunedi di Pasqua, 25 aprile e 1 maggio), attraverso visite guidate organizzate dal Corpo Forestale.

Il resto del bosco può essere, invece, facilmente visitato in autonomia a piedi o in bicicletta seguendo i percorsi autorizzati che permettono di avvistare cervi e daini. Tra di essi è disponibile un percorso didattico di circa 500 metri per i non vendenti lungo il quale sono stati allestiti un corrimano per facilitare l'accesso ed alcune tabelle compilate in alfabeto braille che consentono di acquisire ed approfondire interessanti informazioni riguardanti le specie floristiche e faunistiche che popolano l'area protetta.

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