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Emilia Romagna, "vulcani" di fango dal fascino lunare

Le Salse di Nirano eruttano acqua salata e argilla creando scenari surreali

salse di nirano
Courtesy of ©Tittovitto/Wikimedia Commons CC BY SA 4.0
Salse di Nirano
Sulle prime pendici dell'Appennino Modenese fanno capolino degli strani coni di argilla da cui fuoriesce gorgogliando dell'acqua fangosa. Sembrano tanti piccoli vulcani dai quali, però, erutta semplicemente del fango freddo dando vita ad un paesaggio surrreale, quasi lunare. Si tratta delle Salse di Nirano, un fenomeno geologico di rilevanza internazionale che, assieme ai sette habitat circostanti ed alle specie animali e vegetali che ospitano, sono valsi all'omonima Riserva Regionale la dichiarazione di Sito di Importanza Comunitaria (SIC). E non avrebbe potuto essere altrimenti perchè il fascino di questo luogo è davvero speciale, specie nel nucleo centrale (Area Riserva Integrale) dove si possono ammirare una ventina di apparati tra coni e polle che emergono dal terreno portando in superficie acqua e fango direttamente dalle viscere della terra.

Le Salse vengono chiamate così perchè da esse fuoriescono acque salate miste ad argilla ed idrocarburi. Per la caratteristica morfologia vengono spesso definite dei fenomeni "pseudovulcanici" ma le loro origini,in realtà, sono del tutto differenti. Non presentano, infatti, alcun legame con il magma e le loro "eruzioni" sono completamente fredde. L'origine della salse è, in realtà, legata alla presenza di depositi di idrocarburi di origine prevalentemente gassosa, sopattutto bolle di metano, e in parte liquida (petrolio) che salendo in superficie stemperano le argille e originano le caratteristiche formazioni a cono. Queste bolle di gas costituite per il 98% da metano si accompagnano ad acque salate di origine marina e creano, così, le particolari sorgenti gorgoglianti di consistenza fangosa che emergono dal terreno.

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Il colpo d'occhio è davvero speciale, per questo vale la pena concedersi una lunga passeggiata a'interno della Riserva delle Salse di Mirano percorrendo gli 8 sentieri escursionistici che si snodano sul territorio. L'area può essere visitata in ogni stagione, ma se c'è un periodo ideale per scoprire questi scenari sorprendenti è proprio l'inizio dell'autunno perchè il sole è meno caldo e l'area dei calanchi non presenta zone d'ombra. Ricordando, però, che in caso di pioggia il terreno argilloso diventa impervio ed inospitale e, pertanto, l'accesso è interdetto fino alle due ore successive al temporale. Si può esplorare la riserva in completa autonomia ma, per chi lo desidera, è possibile prenotare interessanti visite guidate.

Sul posto si può, inoltre, contare sui servizi del Centro Visite Cà Tassi, ricavato all'interno di un vecchio complesso rurale in posizione panoramica completamente ristrutturato nel rispetto dei criteri della bioedilizia, dove si può raccogliere materiale illustrativo e didattico, visitare un'esposizione naturale ed ornitologica ed una esposizione di minerali e fossili, ususfruire degli strumenti di educazione multimediale e di un auditorium e sala convegni, e, all'esterno, di un'area pic nic ed una stazione meteorologica. Dal 2010, inoltre, la Riserva dispone dell'Eomuseo Ca' Rossa, allestito in un complesso rurale ottocentesco classificato come “edificio di valore storico-architettonico, culturale e testimoniale”, dove, attaverso un sistema di pannelli e strumenti interattivi, si può ammirare una ricca collezione di fotografie, attrezzi agricoli e documenti e scoprire le più affascinanti tradizioni del passato.

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