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Orti Botanici: Civico Orto Botanico di Trieste

Civico Orto Botanico di Trieste, passioni naturalistiche per tutti

Da luogo di studio per botanici e spazio dove svolgere diverse attività: ecco perché è amato da tutti 

Glicini all'Orto Botanico
© Orto Botanico
Glicini del Civico Orto Botanico di Trieste
Il GIARDINO BOTANICO
Proprietà del Comune di Trieste, il Civile Orto Botanico fa parte dei Civici Musei Scientifici. All’Istituto è associata una riserva naturale formata dal bosco Biasoletto e bosco Farneto. L’Orto Botanico svolge un ruolo fondamentale nel rapporto tra ricerca scientifica e conservazione dell’ambiente, oltre a proporsi anche come luogo didattico e ricreativo, sviluppando diverse attività di carattere culturale per una fascia di utenza sempre più diversificata. Oltre all’aspetto di ricerca e classificazione sistematica, assume anche il ruolo di conservazione, coltivazione e riproduzione di piante officinali, tessili ed alimentari, varietà orticole locali, flora spontanea ed endemica della regione e delle zone adiacenti, piante acquatiche e palustri, piante succulente. Per questa ragione si può considerare il Civile Orto Botanico di Trieste come un’isola di diversità floristica, che gioca un ruolo strategico nella conservazione della biodiversità, e quindi anche nella sopravvivenza dell’uomo stesso. Il suo punto di forza è infatti quello di non essere una struttura fine a sé stessa ad uso dei botanici bensì si rivolge ad un pubblico vasto ed interessato.

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LA STORIA
Il Civico Orto Botanico di Trieste nasce nel 1842, quando la Municipalità triestina sceglie l’area del territorio di Chiadino per sperimentare la possibilità d’attecchimento del pino nero austriaco sul Carso, a cui seguirono impianto e semina di un abbondante numero di specie locali raccolte sulle Alpi Giulie, in Istria e in Dalmazia. A queste si aggiunsero poi numerose specie locali di cui alcune anche molto rare e nel 1873 l’Orto Botanico viene aperto al “pubblico passeggio”. All’inizio del Novecento viene annesso al Museo di Storia Naturale diventando quindi pubblica Istituzione: fu il periodo più florido, anche per l’arricchimento di una sezione di piante palustri, una di piante alpine ed una di specie per usi economici, medicinali ed industriali. Nel corso degli anni vengono aggiunte una sezione di piante medicinali ed una sezione di piante dell’ambiente roccioso e di una collezione di felci. Periodo buio fu quello del 1986, quando il Civico Orto Botanico viene chiuso al pubblico per insufficienza di risorse e carenza di personale. L’inizio di lavori di ripristino porta alla riapertura, nel 2001, di una parte dell’Orto Botanico.  Oggi si eseguono visite guidate, attività didattica per gruppi e scuole su prenotazione all'interno dell'Orto e nell'ambiente naturale. Proseguono le attività di passeggiate matematiche con l’ausilio dei quaderni didattici. In questi ultimi anni sono stati svolti anche programmi sperimentali di terapia orticolturale.

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COSA VEDERE 
All’inizio del percorso dedicato alle piante velenose “l’orto dei veleni”, sono esposte le più diffuse piante d’appartamento tossiche o letali. Nelle aiuole poste lungo il perimetro dell’orto sono ospitate alcune collezioni di piante ornamentali come edera, ortensia, elleboro, peonia, rosa, viola, bulbose a fioritura primaverile ed autunnale. C’è un’aiuola particolare perché disegnata su una trama di suggestioni esoteriche, arricchita con una fontana di pietra, simbolo della trinità, dove sono raccolte le principali piante dai significati magici, religiosi e mitologici. Ci sono poi il giardino dedicato alle piante officinali, una collezione di fiori di loto collocate in alcune vasche, una sezione di piante tintorie per concludere con un percorso geropaleontologico che prevede una ventina di soste a rappresentare le rocce e i fossili più comuni del Carso Triestino.
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