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Hopper, Retrospettiva, mostre a Roma

I capolavori di Hopper ritornano a Roma

Al Complesso del Vittoriano esposti in un’antologica 60 capolavori  dell'icona dell’arte americana del XX Secolo

Light at Two Lights
© Heirs of Josephine N. Hopper, Licensed by Whitney Museum of American Art 
Edward Hopper - Light at Two Lights, 1927
Ritornano nella Capitale fino al 12 febbraio 2017 i capolavori di Edward Hopper, uno degli artisti più  conosciuti  e  amati  dal  grande  pubblico internazionale. Si tratta della mostra intitolata Hopper che curata da Barbara Haskell in collaborazione con Luca Beatrice vede esposti al Complesso del Vittoriano i celebri capolavori dell’artista scomparso nel 1967, grazie agli eccezionali prestiti del Whitney Museum of American Art di New York.
 
Perché andare
Il percorso espositivo suddiviso in sei sezioni ricostruisce l’intero arco temporale della produzione di Edward Hopper. In mostra si incontrano così ritratti e paesaggi, disegni preparatori, incisioni e olii, acquerelli e immancabili immagini di donne. Narrando l’incredibile potenzialità dell'esperienza quotidiana che caratterizzò la sua opera, la retrospettiva vuole essere una vera e propria “cifra hopperiana”, ereditata in molteplici campi dell’espressione visiva che hanno reso i suoi quadri poster, copertine di libri e citazione cinematografiche. Tra le opere in mostra i celebri capolavori South Carolina Morning (1955), Second Story Sunlight (1960), New York Interior (1921), Le Bistro or The Wine Shop (1909), Summer Interior (1909), New York Interior (1921). Prestito eccezionale è il complesso e seducente olio su tela Soir Bleu opera della lunghezza di circa due metri, realizzato da Hopper nel 1914 a Parigi.
 
Da non perdere
All’esposizione delle opere si aggiunge una sezione del tutto inedita, dedicata all’influenza di Hopper sul grande cinema come nei film che hanno per protagonista Philip Marlowe, i lavori di Hitchcock “Psycho” e “Finestra sul cortile”, quelli di Michelangelo Antonioni, fino ai diversi riferimenti hopperiani ne “Il Grido”, “Deserto rosso” e “L'eclisse”. In “Profondo rosso”, Dario Argento ricostruisce come “Nighthawks” la sequenza del bar. In “Velluto blu” e “Mullholland Drive”, invece il grande David Lynch s’ispira a molte opere di Hopper, così come Wim Wenders in “Paris”, “Texas” e Todd Haynes in “Lontano dal Paradiso” e i fratelli Coen in “L'uomo che non c'era”.
 
Hopper
Fino al 12 febbraio 2017
Luogo: Complesso del Vittoriano-Ala Brasini, Roma
Info: 06 87 15 111 
Sito: www.ilvittoriano.com
 
 
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