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Molise Campobasso Isernia classifica città tristi Twitter

Molise, la regione più infelice d'Italia?

Secondo l'indice iHappy Isernia e Campobasso si trovano rispettivamente all’ultimo e al penultimo posto nella classifica delle città felici

Campobasso, Molise
©iStockphoto
Campobasso
PERCHE’ SE NE PARLA Secondo l'indice iHappy, che analizza i messaggi Twitter contenenti gioia, allegria e quelli invece all’insegna di rabbia, paura, ansia, il Molise è la regione più infelice d’Italia. Isernia e Campobasso, infatti, si trovano rispettivamente all’ultimo e al penultimo posto tra le città felici. Il giorno più felice per i molisani su Twitter è stato il 30 gennaio, quando la Regione ha messo a disposizione delle imprese 8 milioni di euro, mentre quello più triste è stato il 22 aprile, in occasione di un incendio. La classifica, ovviamente, va presa con leggerezza, senza alcun tipo di giudizio oggettivo. Per la cronaca, la città più felice è Novara.

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PERCHE’ ANDARCI Il centro storico della città di Campobasso, di origine longobarda, raccoglie numerose testimonianze delle diverse epoche storiche, dalla duecentesca chiesa di San Leonardo, al cinquecentesco castello Monforte, e alla neoclassica cattedrale della Santissima Trinità. La settecentesca “Villa De Capoa”, recuperata con un accurato progetto, è uno dei luoghi più suggestivi della città. Gli ipogei, ricavati nei secoli dall'opera dell'uomo, rappresentano una realtà nascosta del borgo antico. La cattedrale metropolitana della Santissima Trinità è il principale luogo di culto cattolico di Campobasso: distrutta dal terremoto del 1805, fu ricostruita su progetto dell'architetto Bernardino Musenga. Palazzo San Giorgio è attualmente la sede del municipio di Campobasso ed ingloba la chiesa di Santa Maria della Libera.
 
DA NON PERDERE L'origine di Isernia è antichissima: la sua storia parte con l'insediamento da parte dei Sanniti Pentri, tra il IV e il III secolo a.C., ma sono stati rinvenuti tanti reperti preistorici nella zona "La Pineta", oggi conservati nel museo paleolitico di Santa Maria delle Monache, attestando un insediamento umano risalente a circa 730 mila anni fa. Di epoca sannitica sono le mura ciclopiche, risalenti al III secolo a.C., le quali fungevano da antica difesa della città. Da vedere la Fontana Fraterna (XIII-XIV secolo) nella piazza dedicata a Celestino V, la Cattedrale dedicata a San Pietro Apostolo, l'antico santuario dedicato ai Santi Cosma e Damiano, e la chiesa di San Francesco del 1267. 
 
PERCHE’ NON ANDARCI Il Molise ha una grave mancanza, che non è legata all'assenza di attrattive, molte delle quali meritevoli e interessanti, quanto alla carenza nelle informazioni su di esse. Reperirle non è semplice, e passare dai canali telematici ufficiali del turismo, spesso fermi agli anni Novanta, non solo è inutile, ma addirittura controproducente. E non è una cosa da poco: se chi cerca informazioni e materiale ha difficoltà a reperirlo, è ovvio lasciar perdere dopo un po'. Bisogna lavorarci di più, e meglio.
 
COSA NON COMPRARE Lasciate stare fermacarte, magliettine brutte e calamite. Nel Molise le eccellenze sono soprattutto due: il Tartufo, diffuso nei monti del Matese e nelle Mainarde, soprattutto nei paesi di Carovilli e San Pietro Avellana, e l'Olio d'Oliva, in particolar modo a Larino. E a seguire vini, insaccati e formaggi.
 
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