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Iraq Mitanni Kemune Tigri scoperta

Iraq, dalla secca del fiume emerge un antico palazzo

Dal letto del fiume Tigri torna in superficie un palazzo appartenuto ad una civiltà che ha lasciato poche tracce, i Mitanni

Fiume in Iraq
istockphotos
Fiume Kazhir nel nord dell'Iraq
PERCHÉ SE NE PARLA
Un lungo periodo di secca ha caratterizzato la portata del fiume Tigri lo scorso anno. Questa circostanza ha avuto un risvolto positivo: dalle profondità del bacino idrico della Diga di Mosul è riemerso un antico palazzo, risalente all’età del Bronzo. Si tratta di un palazzo appartenuto ai Mitanni, una popolazione tra le più importanti dell’antica Mesopotamia, ma molto poco conosciuta agli studiosi perché pochissime testimonianze sono giunte sino ad oggi. Questo edificio rappresenta dunque una delle più importanti scoperte mai fatte nella regione. Gli archeologi, un team composto da studiosi tedeschi e curdi, hanno identificato diverse mura interne, di cui alcuni frammenti dipinti, possibili lastre dei pavimenti, svariate tavolette di argilla inscritte. All’epoca del suo splendore il palazzo doveva affacciare su una altura sulla sponda del fiume.
 
PERCHÉ ANDARE
Il sito della scoperta si chiama Kemune, e si trova nel Kurdistan iracheno. In questa zona al nord dell’Iraq prosperò il regno dei Mitanni in un arco di tempo che pressappoco coincide con la seconda metà del II millennio a.C. Si sa che la sua capitale era Wassukanni, ma non è stato mai identificato il luogo preciso in cui sorgeva (si ipotizza nell’attuale Siria). Kemune si trova a nord di Mosul, che sotto il dominio assiro era nota come Ninive. In piena Mesopotamia insomma, una zona di altissima densità storica, purtroppo martoriata dai conflitti. È tragicamente noto come pochi anni fa lo Stato Islamico abbia distrutto tantissime rovine facendo sparire dalla faccia della Terra alcuni dei siti archeologici più importanti al mondo.
 
DA NON PERDERE
Mosul è stata teatro di uno dei conflitti più duri dell’epoca contemporanea. Per 3 anni sotto il dominio dell’ISIS, è stata letteralmente devastata sia dal Califfato che dalle forze armate che hanno combattuto per liberarla. È quindi difficile, se non impossibile, recarvisi e soprattutto indicare quali sono le ‘bellezze’ della città. L’intero Kurdistan iracheno non è una meta di viaggi e vacanze. Anche se alcune città, come Erbil, sono state risparmiate dalla guerra, è bene che chi si reca qui lo faccia con uno scopo umanitario, non per andare in 'vacanza'.
 
PERCHÉ NON ANDARE
Mosul non è una città dove andare in vacanza, questo è chiaro. Ma non bastasse il fatto che oggi è poco più di un cumulo di macerie, in cui gli stessi abitanti faticano a tornare, c’è anche il timore per la diga sopra citata ad aumentare la preoccupazione. Sono numerose segnalazioni, anche internazionali, della necessità di metterla in sicurezza, e nonostante nel 2016 fossero iniziati i lavori di restauro, una volta finita sotto il controllo dell’ISIS essi sono stati interrotti. 
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