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Street food Sicilia arancine

Arancino di Sicilia mon amour, tra dubbi e certezze

Andrea Camilleri li chiamava al maschile, ma nella Sicilia occidentale si preferisce parlare di arancine. E sulla loro storia? Sembrerebbe risalire a Federico II di Svezia

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Sul fatto che fanno impazzire tutti, e non solo gli italiani, è una delle poche certezze che abbiamo sui famosi arancini siciliani. O arancine, se preferite. Perché sulla questione etimologica tante sono le questioni che si potrebbero aprire. Un dilemma su cui si è dibattuto per decenni, con linguisti e chef in prima fila, che hanno cercato di far valere le proprie ragioni. Senza, però, trovare una soluzione univoca. 
 
Al nord Italia li chiamano arancini, al maschile, come riporta anche lo scrittore Andrea Camilleri nei suoi romanzi. Però, secondo altri, è giusto arancina perché il nome deriva dalla forma di questa palla di riso impanata e fritta, che ricorda per l'appunto l’arancia. Però in dialetto siciliano l’arancia è al maschile, arànciu. Salomonicamente, quindi, l’isola pare divisa in due: per la Sicilia occidentale si parla di arancina, per quella orientale, invece, con la -o finale. 
 
Ma, anche se al dubbio linguistico non siamo riusciti a rispondere, possiamo parlare di altro. Delle sue origini, ad esempio. La storia di questo croccantissimo street food, infatti, è antichissima, pare di origine alto-medievale o araba, data anche la presenza dello zafferano. Secondo la tradizione la panatura nasce da un'esigenza ben specifica: un siciliano illustre d’adozione, infatti, intendeva semplicemente conservare il prelibato riso, così datrasportarlo a lungo durante le battute di caccia e le missioni diplomatiche. Quest'uomo sembra lavorasse alla corte di Federico II di Svevia, innamorato di Palermo, costretto a guerre e viaggi per tutta la Cristianità.

 
Si parla di tradizione, ovviamente. Leggende, se così vogliamo chiamarle. E, anche in questo caso, attribuire la paternità a qualche città anziché a un'altra non è semplice. Catania, infatti, rivendica la ricetta per il caratteristico cono appuntito verso l’alto, così diverso dal supplì romano, che vorrebbe fare riferimento all’Etna. A Palermo e in altre zone il giorno dell’arancina è il 13 dicembre, festa di Santa Lucia, insieme alla cuccìa, il dolce di grano bollito e ricotta di pecora. 
 
Nato come piatto siciliano, ormai si possono trovare ovunque, in Italia e all'Estero. In tutte le sue varianti. Dalle classiche con ragù di carne di maiale e piselli o burro e besciamelle, a quelle della cucina creativa al pistacchio, al nero di seppia,   ai funghi e speck. O, ancora, alla Norma con le melanzane e quella con ricotta, menta e formaggio piacentino ennese. 
 
Se avete voglia di cimentarvi nella sua versione più semplice, che accontenta proprio tutti, ecco la ricetta di www.visitsicily.info

 
Arancine di riso con ragù di carne - Ingredienti per circa 20-22 arancine: 1,3 kg. di riso (oggi può essere acquistato anche il riso per arancine e sformati), 3 l circa di brodo vegetale o brodo di carne, 100 gr di burro, una cipolla, 2 bustine di zafferano, 200 gr di caciocavallo fresco a dadini, olio d’oliva, farina, 2 albumi e un uovo intero, pangrattato.
 
Preparazione del riso - Preparare il brodo in cui sciogliere lo zafferano. Cuocere la cipolla nel burro senza fare imbiondire, aggiungere il riso e poi il brodo caldo e mescolare, portare il riso a cottura, spegnere il fuoco. Versare in un piatto grande e aspettare che si raffreddi. Preparare il risotto circa 12 ore prima che le arancine vengano realizzate.
 
Ingredienti per il ragù di carne - 400 gr tritato di carne di manzo, 100 gr concentrato di pomodoro, sale e pepe, una cipolla, 200 gr di piselli, olio extra vergine d’oliva, mezzo bicchiere di vino bianco.
 
Preparazione del ragù di carne - Dopo aver soffritto la cipolla nell’olio caldo, aggiungere il tritato andando a sfumare con il vino. Aggiungere del sale e del pepe e infine il concentrato di pomodoro allungato con acqua. A parte lessare i piselli e unirli al ragù freddo.
 
Preparazione delle arancine - Disporre un cucchiaio di riso nel palmo di una mano, aggiungere un cucchiaio di ragù, e successivamente un cubetto di caciocavallo fresco. Sovrapporre un altro cucchiaio di riso a ricoprire la porzione di ragù di carne precedente. Compattare l’arancina e passarla prima dalla farina, poi dalle uova sbattute e infine sul pangrattato. Una volta preparate le arancine si soffriggono fino a raggiungere la doratura in una padella contenente abbondante olio bollente.
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