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Sacra di San Michele Val di Susa Piemonte

Val di Susa, nella 'Sacra' custode di mille segreti

La Sacra di San Michele è un complesso monastico di eccezionale valore storico e architettonico, da cui si dipanano miti e leggende

Sacra di San Michele
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Sacra di San Michele
Offre uno degli scenari più suggestivi del Belpaese, ed è un monumento-simbolo del Piemonte. Ma oltre ad essere nota per la sua bellezza architettonica e paesaggistica la Sacra di San Michele è anche un impenetrabile scrigno di segreti. Impossibile che attorno ad un luogo tanto evocativo, con una storia così lunga e densa, non fioccassero leggende e miti popolari, i quali, come spesso accade, si legano a fatti reali ma nei secoli assumono connotazioni mistiche e prodigiose. Spesso con una nota ‘dark’.



La Sacra di San Michele, il cui nome più appropriato è Abbazia di San Michele della Chiusa, è un complesso monastico che sorge in cima al Monte Pirchiarino. Abbarbicato sulla vetta, ha alle spalle lo splendido scenario delle Alpi Cozie, mentre davanti si schiude la Pianura Padana. Il territorio è quello della Val di Susa, a pochi chilometri da Torino. Fondata intorno all’anno 1000 (sulle rovine di un sito militare romano poi diventato longobardo), visse il suo momento di massimo splendore tra il 1100 e il 1400: durante questi secoli l’abbazia fu ampliata, implementata, arricchita di fabbricati che un poco alla volta contribuirono a darle questa forma arroccata, imponente, svettante. Tanta è la magnificenza, sia per l’aspetto architettonico che per il contesto paesaggistico in cui si inserisce, che la Sacra di San Michele ha ispirato un capolavoro della letteratura come Il Nome della Rosa di Umberto Eco.

Da qui parte la Via Francigena, e da qui nascono numerosi aneddoti e leggende, alimentate dal pellegrinaggio di genti provenienti di varie parti d’Europa e d’Italia. Si dice per esempio che l’abbazia sia legata alla ‘linea magica’ di San Mihcele, una sorta di collegamento energetico che unisce la unisce ad altri due importanti santuari dedicati all’arcangelo: il celebre Mont Sant Michel in Francia, quello di Monte Sant’Angelo in provincia di Foggia (di cui potete scoprire di più qui). Presso la Sacra piemontese sarebbe presente una piastrella sulla quale è possibile percepire distintamente l’energia del luogo. Inoltre, se si allunga ulteriormente la retta che unisce questi tre luoghi sacri, si vanno a 'toccare' St. Michael’s Mount in Cornovaglia, l’isola di Skellig Michael in Irlanda e, andando verso sud, Gerusalemme.



Il nome evocativo lo rende protagonista del complesso sia dal punto di vista architettonico che leggendario: lo Scalone dei Morti, una scalinata ripidissima e intagliata nella roccia, che si inerpica fino al portale d’ingresso, è così chiamato perché in alcune nicchie lungo il suo percorso venivano un tempo conservati dei defunti ‘celebri’. Si narra che il sacrestano Bernardino, a cui spettava il compito di andare a chiudere la porta d’accesso alla base della scalinata ogni sera, si ritrovò al buio durante una notte di tempesta (il vento gli aveva spento la torcia), sia con il portale alla base che quello alla sommità sbarrati. In un momento di puro terrore, udì un inquietante sfregare di ossa sulla pietra. Le sue grida fecero accorrere l’abate che ‘liberò’ il sacrestano, e assieme si accorsero che c’era davvero un teschio che ‘strisciava’ sulla pietra, ma era un topo a muovere la reliquia. Da allora in avanti la scala venne anche denominata ‘Scalone dei Sorci’, ma mai l’ambiente si liberò del senso di inquietudine provocato quella notte.

Un’altra leggenda si lega alla cosiddetta Torre della Bell’Alda, che si trova presso le rovine di una parte in disuso del monastero. Si narra che una ragazza, Alda, fosse fuggita sino a qui inseguita da soldati mercenari che saccheggiavano i villaggi della Val di Susa. Piuttosto che essere presa, si gettò dalla torre, ma cadde a valle miracolosamente illesa, salvata da due angeli. I compaesani però non credevano alla giovane che affermava di essere stata salvata dalla fede, ed ella, peccando di vanità, sfidò la sorte gettandosi di nuovo dalla torre, per dar prova del miracolo. Che, nella seconda occasione, non si verificò: la ‘Bell’Alda’ morì sfracellata sulle rocce sottostanti.

NEI DINTORNI
La Val di Susa non manca certo di attrazioni. Anzi, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tra fortezze, monasteri e siti archeologici, le possibilità di visitare luoghi eccezionalmente suggestivi sono molte (ve ne abbiamo proposti diversi qui). Naturalmente le attività naturalistiche sono il fiore all’occhiello, con decine di possibilità per il trekking, l’escursionismo, la mountain bike. Anche la Sacra di San Michele, che si può visitare in ogni stagione dell’anno, si può raggiungere con un percorso sportivo: un bellissimo modo di assaporare le bellezze naturalistiche di quest’area di Piemonte. Vi sono sentieri per trekking, alcuni più complessi di altri, percorsi per mountain bike di diverse difficoltà, e anche vie ferrate per chi desidera arrampicare.



Alla base della Sacra, nei verdissimi boschi che circondano Sant’Ambrogio di Torino, si può vivere una particolarissima esperienza dedicata ai piccoli: il Boscodellemeraviglie è il parco ‘emozionale’ che si può scoprire attraverso un percorso interattivo a tema fantasy. Una vera avventura per famiglie, di cui vi abbiamo parlato più approfonditamente qui.

Ogni territorio va inoltre scoperto anche attraverso le sue specialità culinarie. Tra quelle della Val di Susa non si può dimenticare di assaggiare il suo tipico Marrone IGP. E la Pasta di Meliga, un particolare prodotto agroalimentare: si tratta di un frollino di mais che troverete solo qui. Scoprite di più.
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