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Miniere Sardegna Ingurtosu Montevecchio borghi abbandonati

Sardegna alternativa con l’archeologia mineraria

Le miniere di Ingurtosu e di Montevecchio: inedito tour fuori stagione tra gli antichi cantieri minerari abbandonati nel Parco Geominerario sardo

Miniera Sardegna<br>
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Laveria a Montevecchio
Per un tour straordinario fuori stagione, oppure per un break dalla vacanza di mare, la Sardegna con la sua vastità di paesaggi offre tantissimi spunti per dedicarsi ad attività diverse da quelle marittime. Se l’archeologia industriale vi affascina, la zona sud-occidentale dell’isola potrebbe lasciarvi a bocca aperta: si trovano qui infatti, nell’area di Arbus, alcuni villaggi minerari abbandonati, borghi abitati da poche anime racchiusi in un Parco che vi farà conoscere una parte di isola poco nota, ma ricchissima di fascino.

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Il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna abbraccia 8 località, tra le quali Ingurtosu, un piccolo villaggio oggi quasi disabitato, un tempo centro nevralgico dell’attività mineraria sarda, e Montevecchio, dove si trovano compendi minerari in stato di abbandono. Entrambe le località possiedono veri e propri monumenti all’archeologia industriale mineraria: sono infatti osservabili le antiche abitazioni degli operai, i palazzi direzionali, gli accessi alle miniere, le laverie (impianti di trattamento dei metalli), i pozzi, i ponti, i binari per i carrelli, in alcuni casi i carrelli stessi, le piccole chiese, gli ambulatori (dato l’isolamento della posizione occorreva che vi fossero tutti i servizi di prima necessità). Testimonianze di un’eredità storica importantissima, oggi in parte distrutti e completamente avvolte da uno strato di ruggine che le ha congelate in uno scenario che ricorda l’immaginario del far west, di una El Dorado nostrana, trasudando un fascino tutto particolare, anche grazie alle posizioni dominanti su vallate brulle e monumentali. La storia mineraria della Sardegna ha origini antichissime, e passa per gli antichi romani, ma è soprattutto con l’era industriale che l’estrazione dei metalli ha modellato il paesaggio della Provincia del Medio Campidano.

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Situato a pochi chilometri dalla bellissima Costa Verde, separato dal mare dalle dune mozzafiato di Piscinas, l’antico borgo di Ingurtosu era il centro direttivo delle aree minerarie di Ingutosu e Gennamari, che ha raggiunto una popolazione di ben 6000 persone, oggi ridotta a meno di una quarantina (includendo altre piccole frazioni). Oggi il paese è quasi del tutto deserto, ma sono ancora ben visibili gli edifici, i centri direzionali – il Palazzo della Direzione in puro granito e in stile bavarese spicca per la sua imponenza, la Chiesa di Santa Barbara e appena al di fuori le varie miniere, le laverie, le vecchie ferrovie che portavano i minerali fino al mare per poi essere imbarcati. Anche a Montevecchio è possibile vedere gli ampi cantieri in stato di abbandono, i centri direzionali e tutte le infrastrutture ad essi collegate. Mentre nel centro abitato, anche noto come Gennas Serapis, piccola frazione di Guspini, vi sono ancora tutte le tracce dell’epoca in cui era riccamente popolato, come il campo sportivo, la caserma dei carabinieri, le scuole, l’ospedale e il laboratorio chimico e l’ufficio geologico.

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