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bobbio carceri sangue del mio sangue

Nelle prigioni di Bobbio con Marco Bellocchio

Le Carceri della cittadina emiliana fonte di ispirazione per il film presentato al Lido

Prigioni
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Prigioni
A volte i luoghi suggeriscono un immaginario o una storia, meglio di qualunque libro o manuale sul tema. Questo deve essere successo a Marco Bellocchio, quando è tornata a Bobbio, sua città natale. Lì il regista è infatti rimasto folgorato dalla scoperta delle prigioni sotterranee locali, oggi chiuse al pubblico, un tempo parte del complesso dell’Abbazia di San Colombano , fino a trasformarle in principale ambientazione per il suo Sangue del mio sangue.
 
Oggi la cittadina in piena Val Trebbia, provincia di Piacenza, ospita questo luogo di certo cupo, che contrasta invece con la dolcezza del borgo, teatro in passato di alcune storie monastiche particolarmente cruente. A questa ipotesi si è quindi riallacciato Bellocchio per costruire un film che a cavallo tra il ‘600 e i nostri giorni, racconta la storia di una monaca condannata all'isolamento e di un conte che in quei luoghi appartati vive separato dal mondo. Per farlo bisognava però tornare in luogo caro al regista e confrontarsi con la sua storia di provincia, di piccoli borghi, oggi minacciati dalla modernità. 
 
Del resto l’intero complesso echeggia passati misteriosi e intrighi che in passato non venivano di certo svelati alla comunità cittadina, con una connivenza tra malaffare e ceto ecclesiastico di certo conclamata. Oggi le antiche Carceri di Bobbio, non sono visitabili ma la loro linfa rimanda al IX secolo, quando furono fondate e fino al XV secolo, anno nel quale si concluse la loro attività, destinata ad essere, negli anni, anche a sede di celle monastiche.  
 
"Sei anni fa mi sono venuto a sapere dell'esistenza delle prigioni del convento – ha raccontato il regista presente al Lido - e mi è venuta l'idea di girare lì un corto ispirato alla monaca di Monza. Sentivo però il desiderio di portare questa storia nel presente, sempre nel carcere. Da qui, è nata la figura dell''ultimo vampiro'; che richiama un vampirismo ambientale che è un po' un apologo dell'Italia di oggi". Un ritorno alle origini che però racconta una storia di libertà tutta orientata alle nuove generazioni. 
 
 
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