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Calabria Corigliano Rossano cosa vedere

Le meraviglie della Sila Greca a Corigliano Rossano

Arte, cultura, natura e liquirizia. Alla scoperta del comune più esteso della Calabria

Veduta di Rossano
Foto di Nilo Domanico
Veduta panoramica di Rossano Calabro al tramonto
E’ dal 2018 che Corigliano e Rossano sono diventate un’unica realtà, trasformandosi nel comune più esteso della regione Calabria e il terzo per numero di abitanti. Ci troviamo in provincia di Cosenza, e i più conoscono Rossano per la celebre fabbrica di liquirizia Amarelli, vanto tutto italiano: testi scientifici, infatti, hanno riconosciuto la radice di liquirizia che cresce in queste zone come la migliore in assoluto ed oggi i prodotti a base di liquirizia della Amarelli sono commercializzati in tutti il mondo. La storia ha avuto inizio nel 1731 e se ne possono scoprire tutte le varie tappe e curiosità al Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli: se vuoi saperne di più ne abbiamo parlato qui. Il territorio circostante è ricco di contrasti affascinanti, incastonato com’è tra i monti della Sila e la costa ionica in un susseguirsi di aspre montagne selvagge a cui si contrappongono i dolci litorali di sabbia fine alternata a ciottoli. La grande varietà di paesaggi  tra verdi vallate, corsi d’acqua e scorci suggestivi e la presenza di diverse specie di animali rendono il Parco Nazionale del Pollino e quello della Sila le destinazioni perfette per chi ama le attività outdoor come trekking o biking. Non solo quindi turismo balneare, ma la possibilità di accontentare anche gli escursionisti più esigenti. A tutto questo si aggiungono le attrazioni storico artistiche che rendono Corigliano Rossano una destinazione da visitare.

Spiaggia di Corigliano Rossano al tramonto / Foto di Nilo Domanico

Dalla Vergine Achiropita al libro liturgico Patrimonio Unesco
Basti pensare che da qui sono passati romani, bizantini, normanni e spagnoli dopo gli Enotri, una popolazione pre romana, insediatasi oltre 3000 anni fa: a loro si deve la fondazione di Rossano, nota per essere stata anche un importante centro politico-amministrativo dell'impero di Bisanzio e per questo conosciuta con l’appellativo de "La Bizantina”. In molti, però, la chiamano anche la Ravenna de Sud grazie alla presenza di numerose testimonianze artistiche ed architettoniche disseminate nel centro storico. Oltre ai tanti palazzi gentilizi a spiccare è la splendida Cattedrale di Maria Santissima Achiropita, risalente all’XI secolo. La pianta presenta tre navate e tre absidi e tra le sue caratteristiche più interessanti ci sono la torre campanaria, il fonte battesimale, il portale originario e i tetti lignei a cassettoni. In una quarta navata si trovano 4 cappelle settecentesche con decori tardo barocchi. La chiesa è stata eretta intorno all’affresco della Vergine Achiropita (il cui significato vuol dire “non dipinta da mano umana” ) che si trovava incastonato su una colonna intorno alla quale è stato costruito un altare neo gotico del XV secolo. Leggenda vuole che l’icona, raffigurante la Madonna che regge con il braccio sinistro Gesù Bambino, sarebbe apparsa miracolosamente su una pietra durante i lavori di costruzione dell’edificio.

Interno della Cattedrale di Maria Santissima Achirotipa, Rossano / Foto di Nilo Domanico

Altro prezioso gioiello della Cattedrale, custodito nell’attiguo Museo Diocesiano, è il Codex Purpureus Rossanensis, un evangleario greco miniato risalente al VI secolo e composto da 188 fogli di pergamena purpurea contenenti i Vangeli di Matteo e Marco ed una lettera di Eusebio a Carpiano. Ad arricchire il libro liturgico i testi vergati in oro ed argento e 15 miniature che illustrano episodi della vita di Gesù. E’ stato rinvenuto nei locali della sacrestia nel 1879, ma venne portato a Rossano probabilmente da qualche monaco in fuga dall'oriente, durante l'invasione degli arabi intorno al X secolo, costituendo oggi la testimonianza più rappresentativa e preziosa di Rossano "la Bizantina” e probabilmente il Vangelo miniato più prezioso del mondo, tanto da essere inserito, nel 2015, tra i 47 nuovi documenti del Registro della memoria mondiale del Patrimonio Unesco. Fino al 10 agosto il Museo accoglie la mostra "AchromatiCO VIDet" di Maria Credidio, artista cosentina che propone un viaggio profondo ed essenziale compiuto nel lungo periodo del lockdown. Sono esposte circa venti creazioni basate sulla valenza spirituale del cerchio e su una rigorosa monocromia che sono pronte a dialogare con gli oggetti d'arte antica custoditi nel Museo, per mostrare la voglia di continuo dialogo e di convivenza tra la bellezza del nostro passato e quella racchiusa nei nuovi linguaggi artistici del presente. 

Vista sullo Jonio dal Castello di Corigliano / Foto di Nilo Domanico

Le altre architetture di Rossano da non perdere
L’Oratorio San Marco è stato eretto durante il momento di maggiore splendore di Rossano, quando si avvertì l’esigenza di costruire una basilica per i numerosi eremiti che dimoravano nella Sila. Risulta essere il massimo esempio di architettura sacra bizantina anteriore all’Anno Mille tra i meglio conservati in Italia, e si mostra con un chiaro influsso orientale grazie alla pianta a croce greca con cinque cupole. La facciata orientale è adornata da tre absidi semicircolari, con piccole bifore in alto. Interessanti sono anche la Chiesa di San Nilo, del XV secolo, dedicata al Santo Patrono di Rossano, venerato sia dalla chiesa cattolica che da quella ortodossa, e la piccola Chiesa della Panaghìa, altro esempio di architettura religiosa bizantina che conserva tracce di antichi affreschi. Quest’ultima è  ubicata al centro di Rossano e all’esterno presenta pareti dalla linea sobria che contrastano piacevolmente con la singolare decorazione a spina di pesce dell’abside.
 
La Torre Normanna di avvistamento Sant’Angelo si erge a circa 150 metri dal mare ed è un esemplare di architettura fortificata edificato nel 1543 utilizzando i resti dell'antico Arsenale di Thurio che sorgeva al suo posto. Aveva la duplice funzione di avvistamento e di protezione del territorio dalle incursioni nemiche: particolarmente interessante è la struttura, semplice ed essenziale priva di qualsiasi forma decorativa, ad eccezione delle numerose feritoie che si trovano lungo le pareti della struttura. La caratteristica principale è la pianta stellare con quattro bastioni a punta di diamante ed oggi, dopo attenti lavori di restauro, è sede di mostre d’arte, convegni, rappresentazioni che si tengono nel periodo estivo.

Castello Ducale di Corigliano / Foto di Nilo Domanico

Scopri cosa rende speciale Corigliano

Corigliano, non solo il Castello 
Anche Corigliano, conosciuta per la sua frazione marinara di Schiavonea che ospita una delle più grandi spiagge della Calabria, è impreziosita da pregevoli testimonianze del suo passato storico. Si presenta come un grazioso borgo arroccato su una collina, ricco di angoli suggestivi e scenografici dati dalla presenza di numerose botteghe di artigianato e da beile strutture architettoniche. Dotata di un fascino unico é la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, costruita nel XV secolo e annessa al vicino convento francescano: spicca per la bellissima cupola con una volta rivestita da magnifiche maioliche gialle e azzurre e per diversi dipinti di grande pregio conservati al suo interno. Collegata allo stesso convento anche la Chiesa di San Francesco da Paola, in stile romanico. L’attenzione dei visitatori, però, si focalizza sopratutto sull’imponente Castello Ducale, uno tra i più belli e meglio conservati dell’Italia meridionale, come testimoniano il Salone degli Specchi, la Sala da Pranzo, la Cappella di Sant’Agostino, le Cucine ottocentesche e i grandi saloni affrescati dove vengono organizzati eventi. Posto a dominare da oltre sette secoli la piana di Sibari, è stato modificato diverse volte ed oggi è sede della Biblioteca della Magna Grecia, del Museo dell’Immagine ovvero l’Archivio Sanseverino-Saluzzo-Compagna.
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