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Ciampate del Diavolo Campania

In Campania le impronte fossili più antiche

Le Ciampate del Diavolo sono state lasciate ben 350.000 anni fa

Impronte fossili
Di edmondo gnerre - Ciampate del Diavolo :hominid fossil footprints at Tora e Piccilli, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org
Ciampate del Diavolo
Quale essere vivente è in grado di camminare sulla lava ancora calda, affondando i piedi tanto da lasciare una nitida impronta? Solo il Diavolo: è stata questa la spiegazione che per secoli si sono dati gli abitanti di Tora e Piccilli (in provincia di Caserta), riferendosi alle strane tracce impresse sul territorio di un vulcano spento. Passate alla storia come Ciampate del Diavolo, le inquietanti tracce si trovano all’interno del Parco regionale Roccamonfina-Foce Garigliano, e sono in verità le più antiche impronte fossili mai trovate in Italia.
 
Le ‘ciampate’ (zampate) sono impresse nella roccia tufacea, e, quando è avvenuta la loro scoperta nel 1820, si è pensato subito ad un essere soprannaturale perché nessun umano o animale avrebbe mai potuto affondare così nella pietra. Fra l’altro, dopo la scoperta delle impronte in quel territorio si verificarono alcuni disastri naturali, che indussero a pensare si trattasse di qualche flagello del Maligno. Per molto tempo nessuno le ha studiate accuratamente, fino agli inizi degli anni 2000, quando si è scoperta la loro ‘appartenenza’. Sarebbe stato un nostro antenato chiamato Homo heidelbergensis a lasciarle, camminando nel fango caldo e ancora morbido stratificatosi dopo un evento vulcanico. 
 
Fino a pochi anni fa erano considerate le più antiche impronte umane mai trovate al di fuori dell’Africa, ma di recente il primato è andato ad alcune tracce di ominidi nel Norfolk, Inghilterra. Quelle casertane rimangono comunque tra le più antiche del Vecchio Continente, con i loro 350.000 anni (circa). Si tratta in tutto di 56 impronte, lasciate da un gruppo di persone intente a camminare lungo il fianco della montagna. La loro dimensione indica una taglia di piede che corrisponde circa a una 36 di oggi, e una probabile altezza media di chi le ha lasciate di 1,60 metri. Esiste una teoria secondo cui le impronte sarebbero state lasciate da individui giovani, perché in verità le ossa dell’uomo di Heidelberg dimostrano che era piuttosto massiccio. Curiosamente, si nota che alcune delle impronte sono impresse con un percorso a zig zag, che ha incluso alcune cadute anch’esse rimaste scolpite nella roccia. 
 
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