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Frattesina, lo splendore dell'Età del Bronzo polesano

Un capitolo importante e poco noto della protostoria italiana si è svolto nella provincia di Rovigo

Fratta Polesine
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Villa Badoer
Nella tarda Età del Bronzo, lungo un ramo di fiume Po oggi estinto (chiamato Po di Adria), si trovavano diversi insediamenti. L’abitato più esteso era Frattesina i cui resti, con le necropoli, sono considerati tra i più preziosi in Europa relativi a quel periodo storico. Attualmente il territorio corrisponde ad un’area di campagna vicino a Fratta Polesine, nella provincia di Rovigo, località altrimenti nota per la palladiana Villa Badoer (Patrimonio UNESCO). È proprio in una porzione della villa che si trova il Museo Archeologico Nazionale che ospita i reperti di Frattesina.
 
L’antico Polesine vide sorgere numerosi villaggi e piccoli nuclei in Età del Bronzo finale, ma quello di Frattesina testimonia uno sviluppo eccezionale, in particolare tra il XII e il X secolo a.C.. Sono molti i reperti ritrovati che hanno permesso agli studiosi di ricostruire la vita quotidiana dei suoi abitanti, l’eccezionalità della tecnica locale, i successi commerciali. Il percorso del Museo Archeologico ne illustra le peculiarità e le contestualizza, servendosi di pannelli esplicativi ma anche della ricchezza di testimonianze e reperti. Per esempio, sono state ampiamente illustrate le attività domestiche come la cottura dei cibi, le forme di gioco e intrattenimento, la filatura e la tessitura. Ma anche le attività di caccia e pesca, i cui strumenti sono stati ampiamente ritrovati (ami, falcetti, asce). 
 
Numerose anche le testimonianze di attività artigianali, tanto che si suppone avessero non solo utilità ‘interna’ al villaggio, ma che i manufatti venissero commerciati, sfruttando il favore della via fluviale. La lavorazione dei metalli era assai sviluppata (bronzo, piombo, oro), così come quella dell’argilla, del vetro e dell’osso. Sono state ritrovate strutture per la fusione, oltre a decine di utensili per la produzione metallurgica. Ad avvalorare la teoria secondo cui gli artigiani di Frattesina commerciassero ampiamente i loro manufatti, la presenza di materiali di origine esotica (avorio d’elefante, ambra del Baltico, ceramiche greche, uova di struzzo) che rivelano una pratica di ‘import-export’ di eccezionale rilievo. 
 
Non meno importante dal punto di vista archeologico è il mondo funerario di Frattesina. Nelle due necropoli adiacenti – una in località Fondo Zanotto e una a Narde – sono state rinvenute oltre mille sepolture. Due di esse, accompagnate dalle proprie spade, cosa assai rara per l’epoca. Quella di Frattesina è considerata la più grande necropoli in Europa dell’Età del Bronzo.
 
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