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Avellino, i luoghi da non perdere

Bellezze storico - artistiche e religiose che si affiancano alla natura e all'ottima gastronomia: cosa sapere della città campana

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Tra bellezze artistiche e naturali che non in molti si aspetterebbero, Avellino si adagia in un fertile entroterra stretto tra mari e monti ed è la capitale dell’Irpinia, una regione storica capace di regalare intensi sapori e prodotti tipici come vini, tartufi, formaggi e nocciole. Tra il rigoglioso paesaggio e una storia ricca e travagliata che ha lasciato diverse testimonianze, ecco come la città della Campania riesce ad accogliere il visitatore che rimarrà sorpreso dalle numerose attrazioni.



In primis il Duomo di Santa Maria Assunta, la Cattedrale costruita tra il 1132 e il 1166 ma più volte modificata nel corso dei secoli successivi, cosi che al gusto romanico si sono aggiunti influssi barocchi e neoclassici. Particolare è il campanile, con la base in pietre antiche del I secolo a.C., e la cupola a cipolla. La facciata si presenta in stile neoclassico, con tre portali di accesso e le statue di San Modestino di Antiochia, patrono della città, e San Guglielmo da Vercelli, patrono dell’Irpinia. L’interno, suddiviso in tre navate, è a croce latina e custodisce diversi dipinti, una reliquia della Santa Spunta della Corona di Gesù, le reliquie del patrono e la statua lignea dell’Immacolata Concezione, particolarmente venerata dai fedeli. Un’altra chiesa interessante è Santa Maria delle Grazie, collocata sulla cima della collina dei Cappuccini, affiancata dal Convento. Entrambi gli edifici, uniti in un’unica struttura, sono della fine del Cinquecento. Anche la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, quella della Santissima Trinità e la Chiesa di San Generoso risultano essere importanti testimonianze storico religiose. 



La Torre dell’Orologio di Piazza Amendola è il simbolo cittadino, punto di riferimento per abitanti e turisti in quanto si può ammirare quasi da ogni punto di Avellino grazie alla sua altezza di 36 metri. Costruita nel Seicento in stile barocco, si compone di tre piani di cui l’ultimo e l’orologio con i 4 quadranti aggiunti in un secondo momento. Con tutta probabilità venne costruito sul luogo dove in origine c’era un campanile ed una cinta muraria. Un altro monumento importante è l’Obelisco a Carlo II d’Asburgo, costruito nel 1668 per celebrare colui che, a soli quattro anni, divenne Re di Spagna. Anche l’obelisco mostra un tipico stile barocco: vi è raffigurato il principe, di circa 7 anni, con sontuosi abiti. Da visitare il Casino del Principe, un edificio del 1591 realizzato per volontà del principe Camillo Caracciolo come luogo d'accesso ad un sontuoso parco retrostante adibito a luogo di caccia, per divenire, dopo la rivoluzione di Masaniello, da dimora nobiliare a taverna e poi albergo. La morfologia della struttura è a due piani con una corte interna a pianta quadrata con aperture laterali che conducono al piano superiore. In posizione prospettica rispetto al portale principale si trova collocata una fonte- abbeveratoio che si eleva su un basamento in pietra lavica. Un altro edificio storico importante è il Palazzo della Cultura, realizzato nel 1966 in stile neorazionalista: qui hanno trovato sede il Museo Archeologico Arpino, la Biblioteca Provinciale, la Biblioteca per i Ragazzi e il Centro Rete. Una curiosità riguarda in vece Palazzo de Conciliis, costruito durante il Settecento per volontà dell’omonima famiglia: qui, nel 1808, vi soggiornò Victor Hugo quando era bambino, in occasione del ricongiungimento con suo padre. Punto di ritrovo particolarmente amato è Piazza Kennedy, originata dalla vecchia autostazione dei trasporti pubblici e dotata di un’amplia area verde che ospita diverse manifestazioni all’aperto. Anche il parco di Santo Spirito è un’altra bella zona verde della città, dove prati e campi da gioco sono contornati da piste ciclabili. 



Per approfondire la storia dell’Irpinia vale la pena una sosta al Museo Provinciale Irpino, inaugurato durante l’Ottocento ed in seguito ampliato con numerosi reperti provenienti da tutta la zona circostante ma anche dall’intera regione: reperti archeologici che risalgono all’età neolitica, del ferro e del bronzo fino all’epoca romana. E ancora statue in legno e in terracotta, strumenti in pietra, gioielli, un mosaico, un’ara, una tomba neolitica ed alcuni ex voto. Della struttura originaria del castello longobardo rimangono oggi i ruderi: il castello sorge nella parte meno elevata della città e nel corso della sua storia è stato dimora dei feudatari che governarono Avellino, ha ospitato imperatori ed è stato scelto come residenza di principi. Spostandosi nella frazione di Monteverigine si arriva al Santuario omonimo, dichiarato monumento nazionale, meta di molti pellegrinaggi. Il complesso comprende la Basilica Cattedrale, la Basilica Antica, la cripta di San Guglielmo e la cappella del Torrione. La Basilica Cattedrale si presenta in stile romanico modernizzato, con il semplice coro in legno di noce e radica di olivo e con il monumentale trono dove è collocata l’immagine della Madonna, una splendida pittura di fine XIII secolo che risulta essere una tra le più belle immagini delle Madonne italiche, nonché meta di numerosi pellegrinaggi. Dell’originaria Basilica Antica, costruita nel 1126 prima in stile romanico e poi rimaneggiata in stile gotico, non rimane nulla dopo un crollo, e fu ricostruita nel 1645. All’interno custodisce diverse attrazioni tra cui, oltre il Capella della Madonna con la sacra immagine, il baldacchino romanico-cosmatesco donato da Maria d’Ungheria, moglie di Carlo d’Angiò, e la cappella della Schiodazione, che prende il nome dalla copia della celebre tela del Rubens, collocata qui nel Seicento. Parte del Santuario di Montevergine sono anche la Cripta di San Guglielmo e la Cappella del Torrione: la prima ospita otto altari, dedicati ciascuno a due santi, e le urne con le Reliquie del Santuario. La Cappella, con la sua forma a torre, la si raggiunge invece tramite una scalinata.



Ad Avellino non mancano le sorprese anche per i buongustai, essendo terra di delizie: i paccheri, maccheroni fatti a mano conditi con ragù di carne e pomodoro, fusilli, cavatelli, tagliatelle, orecchiette e ravioli. Ottimo l’olio d’oliva molto usato come condimento, cosi come ingredienti pregiati tra cui tartufo nero e funghi. A detenere il primato di prodotto tipico sono però le nocciole avellane, Note sono anche le castagne del prete e il Fiano di Avellino, uno dei vini dell’Irpinia che hanno ottenuto il marchio DOCG, con il suo colore giallo paglierino, il profumo intenso e il gradevole gusto secco. 

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