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A Castelsardo in uno dei borghi più belli della Sardegna

Avamposto difensivo voluto dai Doria, la località della Costa Paradiso è diventato il luogo ideale per una vacanza

Veduta
©iStockphoto
Veduta di Castelsardo al tramonto
Nel nord della Sardegna, lungo la Costa Paradiso, si trova un antico borgo medievale che si è sviluppato su una rupe rocciosa ed è avvolto da un’atmosfera magica: ci troviamo ad una trentina di chilometri da Sassari, sul Golfo dell’Asinara, e la località in questione è Castelsardo, fondata dai genovesi Doria come difesa del nord dell’isola prima di essere conquistato dagli Aragonesi e dagli Spagnoli. Prese il nome attuale nel 1769 sotto Carlo Emanuele II di Savoia. Tra le stradine pittoresche, i negozietti tipici, le case colorate, il suo aspetto tipico dato dalla cinta di vecchie mura ancora conversate in buona parte, Castelsardo si rivela una destinazione tipicamente vacanziera, merito anche dello splendido mare. Difficile pensare che solo poco tempo fa la zona circostante era una palude: lo stagno di Platamona, tra Castelsardo e Porto Torres, dopo la bonifica è diventata una delle più belle aree della costa sassarese, interessata da diversi percorsi naturalistici che uniscono natura e storia, come dimostra ad esempio San Michele di Plaiano, dove si trova una bellissima chiesa, o Sorso dove sono presenti numerosi resti preistorici. 



Castelsardo si rivela un piacevole intreccio di storia e tradizioni, pronta a stupire il visitatore attento e curioso, abituato ad un turismo lento e consapevole. Si possono ancora incontrare vecchie signore intente a realizzare i tipici cestini, che chiacchierano sull’uscio di casa, o i pescatori seduti sulle sedie di legno a sbrogliare reti in mezzo ai vicoli, pronti a regalare scorci davvero pittoreschi che evidenziano tutta l’autenticità della Sardegna. Merito anche delle vedute mozzafiato dovute alla posizione strategica. La struttura urbanistica deriva dalla presenza del Castello dei Doria, eretto sul punto più alto del promontorio a picco sul mare. Passeggiare sul camminamento medievale delle sentinelle, che in origine collegava la struttura con il Convento di San Martino, visitare i Bastioni di Manganella e il Museo Civico dell’Intreccio del Mediterraneo ospitato all’interno permette di immergersi in atmosfere sospese nel tempo, tra meravigliose vedute panoramiche, i prodotti artigianali e le collezioni delle imbarcazioni in canna. Il Museo, infatti, permette di scoprire l’arte della cestineria, tipica della Sardegna, che prevede l’intreccio di fibre e foglie vegetali per la creazione di numerosissimi oggetti di uso quotidiano, tra cui paniere, cestini, setacci, canestri. 



Passeggiando per il centro, tr strette vie ed anguste scalinate, sfilano edifici color pastello e attrazioni quale la Concattedrale di Sant’Antonio Abate, considerata una delle più belle della Sardegna. Risalente all’inizio del 1500 e costruita con un mix di stili tra gotico catalano e classicismo rinascimentale, si caratterizza per il contesto paesaggistico in posizione panoramica a picco sul mare e per l’alta torre campanaria la cui cima è decorata in maioliche colorate del XVII secolo che brillano al sole. Al suo interno, sull’altera maggiore in marmo, troneggia un bellissimo dipinto del Cinquecento raffigurante la Madonna in Trono: a realizzarlo il noto pittore cagliaritano identificato con Gioacchino Cavaro e conosciuto come Maestro di Castelsardo. Ad arricchire la visita anche l’organo settecentesco e il Museo Diocesano/Museo Maestro di Castelsardo, sviluppato all’interno della cripta sotterranea, dove la visita porta a scoprire scheletri, aneddoti e il Tesoro della Cattedrale.



Particolare è la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, poiché manca di una vera e propria facciata e vi accede da un ingresso laterale che di apre sulla piccola Piazza della Misericordia. Anche l’interno è inusuale, formato da un’unica navata costruita in pietra e trachite, con tanti dettagli appartenenti a diversi stili, dal gotico al rinascimentale. Una curiosità riguarda la nicchia della parete opposta all’ingresso, dove si trova un Cristo realizzato in legno di ginepro agli inizi del XIII secolo: con il passare del tempo è diventato sempre più scuro trasformandosi in Cristo Nero e diventato oggetto di grande venerazione. Annesso alla chiesa si trova il Convento Benedettino di San Maritino che ha ospitato i monaci per oltre 400 anni fino alla metà dell’Ottocento. Tra le piccole attrazioni religiose c’è la Chiesetta Purgatorio, conosciuta dagli abitanti come “Ossaia” perché qui un tempo si svolgevano i riti funebri e venivano conservati i resti dei defunti. La passeggiata per il borgo è particolarmente piacevole anche per la presenza di diverse ed interessanti architetture civili. Tra i palazzi storici spiccano il Palazzo Loggia, l’antico municipio edificato nel 1100, il Palazzo di Eleonora di Arborea e il Palazzo dei Doria. Al Palazzo Episcopale si tengono diverse mostre temporanee e quella permanente dedicata a Magia, Stregoneria e Santa Inquisizione. 



Discorso a parte merita il Porto Friginau, il porto turistico che si trova nella parte occidentale della cittadina, lontano dal centro storico. Meno frequentata del borgo, è perfetta per camminare in tranquillità ammirando le barche attraccate ai moli. La spiaggetta è dominata dalla Torre di Friginau, alta 13 metri e costruita come avamposto difensivo durante la dominazione spagnola, che permette di ammirare dalla sua sommità le casette e il castello. Altrettanto interessanti sono i dintorni, soprattutto grazie alla presenza della famosa Roccia dell’Elefante, una formazione rocciosa che ricorda in tutto la sagoma di un elefante, diventata uno dei simboli naturali della zona: si trova lungo la strada che collega Castelsardo al paese di Sedini ed oltre alla sua forma vanta una certa importanza anche dal punto di vista archeologico in quanto al suo interno sono state trovate due domus de janas risalenti all’era prenuragica.

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