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A Bologna l'arte riparte da Monet

Palazzo Albergati inaugura la nuova stagione espositiva della città con i più grandi capolavori di Monet e degli Impressionisti

Claude Monet
© Musée Marmottan Monet, Paris / Bridgeman Images
Claude Monet, Ninfee, 1916-1919 circa 
Era tutto pronto per l’inaugurazione prevista lo scorso 12 marzo, quando il dilagare della crisi sanitaria per il Coronavirus ha costretto gli organizzatori della mostra “Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi” a rinviare la sua apertura. A distanza di cinque mesi la mostra che doveva mettere in scena i capolavori di Monet e dei più grandi Impressionisti aprirà al pubblico il prossimo 29 agosto, inaugurando la nuova stagione espositiva di Palazzo Albergati. Nonostante il mondo della cultura sia stato particolarmente segnato dalla pandemia, il Musée Marmottan Monet e Arthemisia, hanno deciso comunque di riprogrammare la mostra “gettando il cuore oltre l’ostacolo, superando paure e incertezze e prediligendo l’interesse del pubblico rispetto al proprio.”
 
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La mostra sarà così aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 e potranno entrare 25 persone ogni 20 minuti, per un massimo di 75 visitatori all’ora, con obbligo di indossare la mascherina. L'esposizione che vedrà esposti 57 capolavori di Monet e dei maggiori esponenti dell’Impressionismo francese quali Manet, Renoir, Degas sarà un’anteprima assoluta. Noto nel mondo per essere la “casa dei grandi Impressionisti” il Musée Marmottan Monet di Parigi, per la prima volta dalla sua fondazione nel 1934, cede in prestito per questa occasione un corpus di opere uniche, molte delle quali mai esposte altrove nel mondo.

Pierre Auguste Renoir, Ritratto di Julie Manet, 1894 - © Christian Baraja SLB
 
LA MOSTRA
 
Principalmente Monet, ma anche Manet, Renoir, Degas, Corot, Sisley, Caillebotte, Morisot, Boudin, Pissarro e Signac saranno gli indiscussi protagonisti della mostra che sarà un’occasione irripetibile per ripercorrere l’evoluzione del movimento pittorico più amato a livello globale. Monet e gli Impressionisti. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Parigi vuole anche rendere omaggio a tutti quei collezionisti e benefattori – tra i quali molti discendenti e amici degli stessi artisti in mostra – che, a partire dal 1932, hanno contribuito ad arricchire la prestigiosa collezione del museo parigino rendendola una tra le più ricche e più importanti nella conservazione della memoria impressionista.

Camille Pissarro, Boulevard esterni, effetto di neve, 1879 - © Musée Marmottan Monet, Paris / Bridgeman Images
 
IL PERCORSO ESPOSITIVO
 
Il percorso espositivo curato da Marianne Mathieu, Direttore scientifico del Museo parigino metterà in scena i capolavori cardine dell’impressionismo francese come “Ritratto di Madame Ducros” (1858) di Degas, “Ritratto di Julie Manet” (1894) di Renoir e “Ninfee” (1916-1919 ca.) di Monet. Non mancheranno opere inedite per il grande pubblico perché mai uscite dal Musée Marmottan Monet. È il caso di “Ritratto di Berthe Morisot distesa” (1873) di Édouard Manet, “Il ponte dell’Europa”, “Stazione Saint-Lazare” (1877) di Claude Monet e “Fanciulla seduta con cappello bianco” (1884) di Pierre Auguste Renoir.

Berthe Morisot, Donna con ventaglio o Il ballo, 1875 - © Musée Marmottan Monet, Paris / Bridgeman Images
 
LA “STRAGEDIA” DI USTICA
 
Ricordiamo che sempre a Bologna rimarrà aperta fino al 7 febbraio 2021 la mostra di Nino Migliori “Stragedia”. Si tratta di un progetto espositivo speciale realizzato nell’Ex Chiesa di San Mattia in occasione del  40° anniversario della Strage di Ustica. Promossa dal MAMbo l'iniziativa è un'installazione immersiva che nasce da una rielaborazione delle immagini scattate dal fotografo nel 2007, durante l'allestimento dei resti del velivolo negli spazi del Museo per la Memoria di Ustica. Gli 81 scatti, corrispondenti al numero di vittime della strage, sono eseguiti a “lume di candela” tecnica utilizzata da Migliori dal 2006 per la serie Lumen. Stragedia interpreta l'evento tramite immagini che sconfinano nell'astratto, in cui dettagli e frammenti permettono una perdita di scala, la stessa che inevitabilmente entra in gioco quando si tratta di dare voce ad una tragedia storica.

Nino Migliori, Stragedia – Ufficio Stampa MAMbo
 
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