Vicolo panoramico / ©iStockphoto
Arroccato sui fianchi di uno sperone roccioso, Valsinni incanta con il reticolo di stretti vicoli che caratterizza il nucleo storico: alcune vie sono collegate da un gafio, ovvero un passaggio coperte da una volta. La Chiesa Madre è dedicata alla Madonna dell’Assunta, (nella foto sotto), e risale al Seicento. Con tutta probabilità è stata costruita su una cappella preesistente del Duecento, come testimoniano alcuni frammenti decorativi del portale. L’interno è arricchito da una pregevole acquasantiera, ex fonte battesimale, una scultura in legno del Settecento raffigurante la Madonna col Bambino, un crocifisso ligneo policromo, un raro organo del Settecento, un presepe napoletano e le reliquie di San Fabiano, patrono del paese. Interessanti sono anche il Palazzo Melidoro e il mulino di Palazzo Mauri, che conserva ancora grosse macine di pietra a testimoniare l’antica tradizione locale dei mugnai.
Chiesa della Madonna dell'Assunta / © APT Basilicata
Il romantico borgo, però, è strettamente legato al personaggio di Isabella Morra e al castello, il monumento più rappresentativo del paese. Edificato su una fortificazione longobarda poco dopo il Mille, deve proprio la sua fama alla figura di Isabella, figlia del feudatario locale e una delle voci più originali della lirica femminile del Cinquecento. La parte antica del paese si sviluppa proprio intorno al castello ed è percorribile solo a piedi, il che rende ancora più suggestiva la visita durante la quale si ammirano le antiche abitazione strette le une sulle altre. Il castello feudale fu dimora della giovane poetessa assassinata a soli 26 anni dai suoi fratelli che si opposero alla sua relazione epistolare con il barone spagnolo Diego Sandoval de Castro e il cui corpo non fu mai ritrovato. In molti, ancora oggi, sostengono di udire la voce e i lamenti della sventurata donna tra gli stretti vicoli, dove vaga sotto forma di fantasma. Come scrive Benedetto Croce, la struttura si presenta “suggestivo nell’architettura e imponente nella pienezza delle forme, classico nella fuga dei merli e nelle feritoie”. Oggi dichiarato monumento nazionale, il maniero dall’aspetto aragonese conserva al suo interno opere, documenti e scritti che testimoniano le vicende esistenziali di Isabella Morra, che qui scrisse alcuni dei suoi versi più celebri, pubblicati postumi, durante l’angosciosa prigionia cui fu costretta prima della morte per mano dei fratelli.
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Proprio alla poetessa è stato dedicato il Parco letterario, attorno a cui ruotano eventi e racconti sulla vita della giovane e del paese dal caratteristico centro storico. Nel rispetto delle normative igienico sanitarie a tutela di visitatori e residenti, i borghi e le aree naturali protette che ospitano I Parchi Letterari organizzano fino a fine settembre spettacoli, letture, percorsi e itinerari per rivivere i luoghi che ispirarono gli autori e chi ha seguito le loro orme. Il Parco Letterario di Isabella Morra conduce nell’intimo sentire della poetessa nata e morta nel castello recuperando il legame tra luoghi e poesia. I versi di Isabella Morra sono stati riscoperti e riproposti da Benedetto Croce, ed il Parco Letterario a lei dedicato è ideale per iniziare la scoperta di Valsinni. Il borgo si vive anche attraverso i sapori autentici dei suoi prodotti tipici, come salumi e formaggi saporiti, corposi vini e limpido olio locale, miele e squisite confetture. I sapori tradizionali vantano antipasti tipici, pasta fatta a mano accompagnata da legumi o sughi arricchiti da mollica di pane, carni, soprattutto di maiale come la “nghenderata”, salata, speziata e conservata in un vaso, e, ancora, dolci squisiti, come la torta ripiena, “a’ngornata”.
Statua di Isabella Morra, Parco Letterario / © Parchi Letterari.com
Trovandosi sul versante lucano del Parco Nazionale del Pollino, la località non manca di proporre entusiasmanti attività outdoor lungo itinerari e percorsi accattivanti che conducono in fitti boschi di faggio, abeti e castagni e altipiani erbosi. Durante le escursioni non è raro incontrare diverse specie animali quali il lupo appenninico, cinghiali e caprioli, scoiattoli, istrici e lontre, ma anche picchi e gufi reali. Tra corsi d’acqua e affioramenti rocciosi, spiccano anche profonde faglie e voragini attraversano. Nel Parco del Pollino sono stati ritrovati fossili risalenti a decine di migliaia di anni fa: tra questi lo scheletro di un Elepfhans antiquus italicus, alto quattro metri e vissuto circa settecentomila anni fa rinvenuto nelle Valli del Mercure e attualmente custodito nel Museo Naturalistico e Peleontologico di Rotonda, sede del Parco.