Sembra uscito da una fiaba, da una narrazione epica. Man mano che ci si avvicina allo sperone di roccia su cui si aggrappa, il Santuario di San Romedio si svela come uno dei più caratteristici e pittoreschi esempi di architettura medievale in Europa. Impervio, si raggiunge attraverso sentieri, alcuni dei quali particolarmente arditi, il Santuario di San Romedio si trova nella splendida Val di Non, nei pressi di Sanzeno. Luogo di pellegrinaggio religioso, ma anche grande attrattiva per gli escursionisti, l’edificio si caratterizza per i tetti appuntiti e per la posizione: dalla sua rupe calcarea, alta oltre 70 metri, domina lo scenario in modo assolutamente suggestivo.
La roccia gli fa da cornice naturale, mentre le chiese e le cappelle che compongono il complesso sembrano appiccicate l’una all’altra da una mano divina. Si accede alla struttura con una scalinata ripida, di 131 gradini, non prima di aver percorso un sentiero roccioso realizzato sul tracciato di quello che fino a due secoli fa era un torrente, che parte dall’abitato di Sanzeno e si dirama per 2.5 chilometri. Un sentiero ardito, ma adatto a tutte le età in quanto messo in perfetta sicurezza - anche se alcuni punti panoramici possono impressionare essendo a strapiombo sulla roccia. C’è anche un’alternativa, ovvero arrivare in automobile fino ad un parcheggio percorrendo una stradina tra le rocce, opzione comunque pittoresca ma meno avventurosa.
Un interessantissimo esempio di arte ed architettura medievale cristiana in Trentino, la cui cappella più antica risale all’XI secolo, affiancata nei secoli ad altre chiese, cappelle, edicole sacre. Dedicato all’eremita Romedio di Thaur, che tra queste rocce visse fino alla morte, il complesso è anche oggetto di leggende. Sono tante e diverse, ma la più popolare riguarda l’incontro tra l’eremita ed un feroce orso, che aveva attaccato il suo cavallo. Ma Romedio, all’epoca già anziano, riuscì ad ammansirlo e non essere sbranato dalla bestia selvatica. Il 15 gennaio ricorre la festa del santo, e tra le celebrazioni che si tengono al santuario c’è la distribuzione di un tipico ‘piatto pellegrino’, ovvero la trippa.