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Patellani, Salgado, Hirschhorn

Le più belle mostre di Fotografia in Italia

Fra immagini di moda, viaggi e guerre, l'italia celebra l'opera di alcuni maestri della fotografia moderna con tre importanti esposizioni

Thomas Hirschhorn
Courtesy the artist
Thomas Hirschhorn - Easycollage n.9, Studio view
Torino: l'Italia del dopoguerra vista da Patellani
Palazzo Madama di Torino celebra fino 13 settembre l'opera di Federico Patellani, grazie alla mostra Federico Patellani. Professione fotoreporter. Patellani è stato infatti il primo fotogiornalista italiano e uno dei più importanti fotografi italiani del XX secolo, la cui produzione, realizzata nella quasi totalità per i giornali, testimonia l'Italia del dopoguerra e gli sforzi compiuti dagli italiani per la costruzione di un'identità comune, fatta di molti intrecci, di sfumature culturali e di costume. L'esposizione rientra infatti nel programma Neorealismo. Cinema, Fotografia, Letteratura, Musica, Teatro. Lo splendore del vero nell'Italia del dopoguerra 1945-1968, un progetto del Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Aosta: Sebastião Salgado al Forte di Bard
Si chiama “Genesi”  l’ultimo progetto di Sebastião Salgado che raggruppa le fotografie frutto del viaggio che il più importante fotografo documentario del nostro tempo ha compiuto nei cinque continenti per documentare, con immagini in un bianco e nero di grande incanto, la rara bellezza del nostro principale patrimonio, unico e prezioso: il nostro pianeta. Iniziato nel 2003 e durato dieci anni, il progetto Genesi  è ora  visibile al pubblico fino al 30 settembre nella mostra curata  da Lélia Wanick Salgado e intitolata per l’appunto “Genesi”.

A Nuoro le provocatorie immagini di Hirschhorn
S’intitola 3 “Easycollage” and 6 “Collage-Truth”, il progetto a cura Lorenzo Giusti che al MAN di Nuoro propone fino al 18 ottobre una serie di lavori di grandi dimensioni, più altri di più piccolo formato, realizzati da Thomas Hirschhorn tra il 2012 e il 2015, in cui servizi fotografici di moda convivono con immagini di guerra. Il senso di straniamento e di repulsione provocato dalla visione dei collage è l’arma con cui Hirschhorn conduce infatti la propria battaglia contro una relazione semplificata con l’immagine e contro la tendenza della fotografia massmediatica a concentrarsi su aspetti parziali della realtà, che proprio la fotografia avrebbe la pretesa di catturare, rimuovendone le sfumature.

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