Aveva 27 anni Giuseppe Ungaretti quando fu chiamato alle armi e mandato in trincea sul Carso di Sagrado, soldato semplice del 19° Reggimento di Fanteria. Il giorno di Natale del 1915, coricato nel fango, in faccia al nemico che avanzava, incominciò a scrivere „Il porto sepolto“, la poesia che racchiude tutta l’esperienza di quell’anno. Proprio nei luoghi dove Ungaretti combattè la Grande Guerra e scrisse i suoi versi è stato realizzato il primo parco a tema dedicato al poeta, che offre un percorso di memoria e di meditazione attraverso le zone che lo hanno visto protagonista della terribile tragedia.
Quelle zone, oggi, emanano pace e serenità e godono di un contesto paesaggistico di rara bellezza. Oltre ad onorare uno dei più grandi poeti del Novecento il progetto valorizza storia, cultura e paesaggio di tutto il comprensorio carsico, che ospita anche la Villa della Torre Valsassina Hohenloe. Il percorso, costellato da opere d’arte ed incisioni su stele di pietra collocate nel parco, consente ai visitatori di avvertire tutta l’attualità e la grandezza dei versi composti nelle trincee del Carso: si snoda lungo il giardino della villa cinquecentesca, abbracciato dagli ulivi e costellato di rovine del presidio militare. I luoghi in cui è possibile sostare per sedersi e riposare sono pensati per leggere i versi delle poesie in una sorta di laica via crucis, dove a parlare sono le vitali parole del giovane soldato.
Lungo la scalinata che porta all’antico tempietto, all’ingresso, ci si imbatte nel fante poeta, opera in bronzo a grandezza naturale dello scultore Paolo Annibali. Dopo aver attraversato il prato antistante la villa si prosegue fino alla Torre d’osservazione in legno e metallo arruginito, alta 10 metri, dove si ammira l’intero territorio circostante. Il Sacrario si trova in una piccola radura all’interno del giardino: è una specie di labirinto di pali in legno grezzo alti che obbligano il visitatore ad attraversare senza alcuna indicazione di direzione per vedere l’oggetto racchiuso all’interno.
I versi più struggenti de Il Porto Sepolto, però, sono riportati nel luogo culto del parco, il Recinto Sacro, una sorta di piccola collina situata nel giardino, all’ombra di un enorme faggio: qui sono posizionati 10 blocchi in pietra carsica con lavorazione a crosta, che racchiudono una stele in acciaio alta 2 metri. A disposizione dei visitatori ci sono anche spazi dedicati alla fruizione di materiale audiovisivo, alla conservazione e alla divulgazione di documenti letterari e culturali, nonché di testimonianze storiche legate agli eventi dell’epoca. In nessun altro luogo si intersecano cosi profondamente il paesaggio e l’architettura carsica, l’eco della Grande Guerra e la poesia.
Informazioni
www.amicidicastelnuovo.it