
A caratterizzare il paesaggio per cui Brisighella è famosa sono dunque i tre colli. La Torre dell’Orologio si trova su uno dei tre colli dal 1290, quando venne costruita con blocchi di gesso per controllare i rivali asserragliati nel vicino castello di Baccagnano. Venne ricostruita nel 1850, data in cui vi fu inserito l’attuale orologio. Da qui poi parte un sentiero che collega la Torre alla Rocca Manfrediana, costruita nel 1310 dai Manfredi, signori di Faenza che ne fecero la propria dimora fino al Cinquecento, quando passò per pochi anni a Cesare Borgia, poi ai Veneziani fino anche allo Stato Pontificio. Ancora oggi si può passeggiare sulle mura di difesa per fare un tuffo indietro nel tempo, che porta nell’età protostorica delle grotte della Vena del Gesso, attraversa l’età Romana con lo sviluppo dell’attività estrattiva del prezioso vetro di pietra ed arriva al Medioevo e al Rinascimento con le creste gessose protagoniste della costruzione di rocche e castelli. La sala alta della torre Manfrediana espone infatti i reperti archeologici ritrovati nella Vena del Gesso. Se vuoi sapere qualcosa di più sulla Rocca di Brisighella segui questo itinerario.
Inserito nello scenario dei Tre colli di Brisighella c’è anche il Santuario della Madonna di Monticino, da cui si gode una veduta spettacolare: qui è venerata una sacra immagine in terracotta policroma del 1626 realizzata da un autore sconosciuto. La maggior parte dei visitatori si ferma qui, ma il borgo ospita diversi altri edifici sacri anche perché, non tutto lo sanno, ma ha dato i natali ad otto cardinali. Ecco, quindi, che non ci si può lasciar sfuggire la visita alla Pieve di San Giovanni in Ottavo, detta “in ottavo” perché collocata all‘ottavo miglio della strada romana che congiungeva Faenza con l’Etruria. Eretta con probabilità tra l’VIII e il X secolo, è un suggestivo tempio in stile romanico, a pianta basilicale, a tre navate, divise da archi che poggiano sopra undici colonne molto diverse fra loro come spessore e larghezza.

Parlare di Brisighella significa però menzionare anche la natura, in quanto il territorio circostante si caratterizza per i calanchi, le formazioni rocciose erose dal vento nel corso dei secoli, e per la “vena del gesso“, formazioni di questo materiale presente in tutta Italia ma che qui è affiorato in modo molto più evidente. Tanto singolare da essere tutelato con la creazione del Parco Regionale della Vena del Gesso dove a dominare sono la natura rigogliosa, le specie animali, le grotte da visitare e corsi d’acqua che ne fanno un ottimo completamente per una vacanza all’insegna delle attività outdoor. Il Centro Visite di Cà Carnè e la Grotta Tanaccia rappresentano alcuni tra gli ambienti più belli del Parco Regionale della Vena del Gesso romagnola. Ma anche per quel che riguarda i prodotti enogastronomici vale la pena una sosta dedicata. Qui un ruolo di rilievo lo gioca l’Olio Dop Brisighella, un’eccellenza verde smeraldo, piccante e piacevolmente amarognolo. Scopriamone di più cliccando qui.
L’olio si accompagna bene a un altro prodotto locale, il carciofo “moretto” che nasce spontaneo nei terreni argillosi dell’Appennino di Brisighella che gli conferiscono un sapore inimitabile. Ecco cosa sapere su quest’altro prodotto tipico.

A troneggiare su tutte le tavole ovviamente la pasta fresca come cappelletti, tagliolini, ravioli, tortelli, tagliatelle. Tipica di Brisighella è la “spoja lorda“, una pasta fatta a mano ma tagliata in piccoli quadrati riempiti con formaggio squaqarone e parmigiano. Tra i secondi da provare i salumi di carne di Mora Romagnola e le carni di razza Bovina Romagnola. Una menzione particolare meritano i frutti dimenticati, poiché proprio Brisighella si è particolarmente distinta per il recupero di alcuni frutti che non venivano più coltivati e stavano rischiando di scomparire. Ecco allora giuggiole, pera volpina, mela cotogna, corbezzolo, nespole, sorbole e corniole che si possono trovare anche nei menu dei ristoranti locali. Una curiosità riguarda i vini: tra il Sangiovese e il Pagadebit c’è anche l’Albana, un bianco tipico che, secondo leggenda, è stato il protagonista delle sbronze di Federico Barbarossa. A Brisighella ce n'è quindi per tutti i gusti, essendo un borgo che si svela lenatamente agli occhi del visitatore e, tra le sue tante certificazioni, vanta anche quella di Città Slow proprio per le sue atmosfere sospese da scoprire con tutta calma.
