Poco più di quarantotto ore e
uno dei gioielli dei Domini Borromei come l'Isola Bella sul Lago
Maggiore è già ristrutturato dopo i pesanti danni
causati dal maltempo nella giornata di sabato. Da subito infatti una
squadra di artigiani, giardinieri, boscaioli e tree-climbing si è
messa all'opera per rimettere in sesto piante dal valore inestimabile
sia da un punto visto storico sia paesaggistico (come la magnolia
virginiana, uno dei primi esemplari a giungere in Italia a metà
Ottocento), ma anche le strutture architettoniche del luogo (come lo
stesso vessillo dell'antica famiglia lombarda).
Non sembra
però che la violenza del fortunale che si è abbattuto
sul Lago sabato (come già accaduto nel 2006, quando l'Isola
Madre fu semidistrutta dallo stesso fenomeno atmosferico) abbia
intaccato il fascino dell'Isola Bella che, anzi, come ha sottolineato
un visitatore stamattina, assume un'atmosfera vicina a quella
tipicamente romantica di tanti quadri dell'Ottocento inglese.
L'intervento così tempestivo è
stato comunque di fondamentale importanza nel limitare i danni, anche
se il quadrante più alto dei giardini rinascimentali, uno
spazio ristretto su cui la furia del vento si è abbattuta con
violenza estrema provocando danni alle decorazioni marmoree,
abbattendo due antichi obelischi e danneggiando una statua, rimarrà
per ora chiuso alle visite.
L'Isola Bella, che fa parte delle
isole borromee, è situata a circa quattrocento metri da Stresa
ed è interamente occupata dal giardino all'italiana del Palazzo Borromeo, che si erge nella parte nordoccidentale dell'isola.
Si tratta di un sontuoso palazzo barocco costruito da Carlo III
Borromeo a partire dal 1632 in onore della moglie Isabella D'Adda. A
Carlo IV si devono invece i lavori di completamento dei giardini,
terminati nel 1671. Il luogo divenne quindi lo scenario di feste e
rappresentazioni teatrali alle quali partecipava tutta la nobiltà
europea. Tra le visite più illustri, si ricordano quella di
Napoleone con la moglie Giuseppina e di Stendhal che rimase
letteralmente estasiato dal fascino del luogo.