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artigianato Marche cappelli di Montappone

Cappelli d'autore tra i colli fermani

Sulle colline in provincia di Fermo il borgo di Montappone svela una lunga tradizione artigianale legata alla produzione di cappelli di paglia davvero speciali.

Cappello di paglia
Courtesy of©richardschramm/iStock
Un vanto importante quello di Montappone, una pittoresca realtà dal fascino medievale adagiata sulle colline in provincia di Fermo la cui fama è legata ad un antico mestiere artigiano, i cappellai. Molto di più di un qualsiasi accessorio di abbigliamento, il cappello si ritaglia un ruolo da protagonista rivelandosi un vero e proprio oggetto d’arte che ha portato il gioiello delle Marche a qualificarsi, insieme ai vicini distretti di Massa Fermana, Monte Vidon Corrado e Falerone, come centro mondiale della produzione di cappelli.

LA TRADIZIONE La conformazione geografica dei colli fermani si è sempre prestata alla coltivazione del grano, preziosa risorsa utilizzata dai contadini che, a partire dal Settecento, veniva realizzata per una pluralità di usi alimentari e non: durante la stagione invernale infatti, periodo in cui si era fermi con i lavori nei campi, si ottimizzavano tempo e risorse per intrecciare, nel caldo delle stalle, la paglia che poi veniva cucita e messa nella forma; tecniche che, secolo dopo secolo, si sono evolute e hanno fatto di Montappone il primo centro italiano che ne ha industrializzarne la fabbricazione tanto che, nel 1994, è nato CAPPELDOC, un consorzio composto da imprenditori al fine di sviluppare l'attività promozionale dei prodotti delle aziende che ne fanno parte garantendo la massima qualità e precisione nella realizzazione degli stessi.

LE CARATTERISTICHE Il processo produttivo che porta alla realizzazione dei famosi cappelli di paglia inizia durante la calda stagione, periodo in cui si procede con la mietitura della paglia che, al fine di presentare quella colorazione biancastra, viene lasciata al sole legata in mazzetti. Prima di misurarsi con l’attività dell’intreccio, si è soliti bagnare la paglia per evitare che si possa spezzare e, solo successivamente, si procede con la realizzazione di trecce di quattro, sette o tredici fili di paglia. A seguire alcune azioni minuziose per rifinire il lavoro, ogni modello viene lucidato, lisciato e passato per delle presse.

IL TERRITORIO A tenere alto l’onore di questa rappresentazione artistica è il Museo del Cappello di Montappone, sito in quel di Piazza Roma, un prezioso contenitore dove sono esposti materiali e manufatti d'epoca che illustrano, passo dopo passo, tutte le fasi della lavorazione della paglia servendosi di supporti di vario tipo, proiezioni, fotografie, pannelli e macchinari d'epoca. Inoltre l'esposizione presenta una ricca produzioni di cappelli, modelli dei primi del secolo, da cerimonia, cilindri, pagliette, fez, feluche, pamele etc. Punta di diamante il cappello preferito di Federico Fellini donato al Museo dalla famiglia.

INDIRIZZI Nonostante la crisi economica che ha afflitto innumerevoli settori produttivi, sono ancora tanti i cappellai operativi in città: in quel di via Leopardi 18 l’appuntamento con la tradizione ha un nome, Sorbatti, l’azienda a carattere familiare che, da ben tre generazioni, porta avanti con il cuore un mestiere storico. Era il 1922 quando Attilio e sua moglie Ester fondarono la società, gestita ora dai nipoti, da sempre sinonimo di made in Italy di altissima qualità. La peculiarità dei Sorbatti è quel perfetto connubio tra tradizione, innovazione, artigianalità e tecnologia. Oltre a coppole e berretti tradizionali, famosi modelli come il Montecristi Panama, in finissima e pregiata paglia proveniente dall'Ecuador, indossato anche da Sean Connery in “Indiana Jones”.

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