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Turismo spaziale: lo Spaceport America di Richard Branson

Nel New Mexico il primo "spazioporto" commerciale

L'uomo nello spazio: il sogno-progetto di Mr Virgin si sta per avverare. Ma potrebbe causare un cambiamento climatico...

Spaceport America
©New Mexico Spaceport Authority
Era il 27 luglio 2010 quando mi occupai di turismo spaziale la prima volta. A distanza di 3 mesi si contano già numerosi progressi nella ricerca e la costruzione della prima base turistica spaziale commerciale. Una nuova frontiera sta per essere abbattuta: Star Trek e Star Wars prossimamente potranno divenire realtà.

Sir Richard Charles Nicholas Branson, imprenditore britannico miliardario nonché fondatore della Virgin Records, è il promotore della Virgin Galactic, che promuove e lancia viaggi attorno all'orbita terrestre. Il suo team è al lavoro per la realizzazione di una flotta di spaceliners, gli SpaceShipTwo, che consentiranno il lancio di ricchi turisti nello spazio turisti con in mano un capitale da investire per farsi la vacanza alternativa. Si contano già centinaia di prenotazioni, il cui costo approssimativo per capoccia si aggira intorno alle 200.000 sterline. Dopo gli ottimi risultati dei primi test con passeggeri a bordo, la VSS Enterprise è atterrata sulla pista di Spaceport America, che si appresta a divenire la base principale.

Ad assistere al primo atterraggio nel deserto del New Mexico, in quello che è stato definito lo “spazioporto”, ben 600 persone. Questo avveniristico spazio ricoprirà il ruolo di quartier generale per i veicoli spaziali suborbitali della Virgin, ma entrerà nella storia soprattutto per essere il primo spazioporto commerciale. Questo misura 277.594 metri quadrati e vanta una pista larga 61 metri e lunga 3.048.

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 “Finalmente il sogno dei turisti di viaggiare nello spazio si è avverato”, commenta entusiasta Sir Richard dinanzi ai risultati raggiunti. Ma mira a ben altri traguardi: è in fase di definizione un contratto tra tale società e la Nasa per il trasporto di astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale. “Abbiamo in programma di iniziare a lavorare su un programma orbitale abbastanza rapidamente”, conclude Branson. Il tutto autorizzato dal nuovo disegno di legge appena approvato dallo stesso presidente Obama.

A pochi passi dal sogno spaziale, si lancia però l’allarme ambientale: se il turismo spaziale dovesse divenire fenomeno di massa, sarebbe molto più pericoloso per l'ambiente di quello “terrestre”. Secondo i modelli elaborati da Martin Ross della Aerospace Corporation, di Darin Toohey dell'Università del Colorado, Michael Mills del National Center for Atmospheric Research e i motori delle navette della Virgin Galactic, alimentati con combustibili fossili solidi e ossido di azoto, rilascerebbero nella stratosfera grandi quantità di fuliggine. Mille decolli l'anno causerebbero, nell’arco di 40 anni, una grandissima nuvola in grado di abbassare di 0,4 gradi la temperatura media nelle zone temperate, e di alzarla fino a un grado ai poli.

Il progetto del signor Virgin si arresterà dinanzi a tale questione ecologica? Come risponderà il gran magnate? Arrivederci alla prossima puntata di “Odissea per lo spazio”.

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