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Dove il Loden non passa mai di moda

Nel Trentino Alto Adige un tessuto illustre ha fatto storia: dai contadini è passato a vestire la nobiltà grazie alla sua resistenza e impermeabilità.

Museo del Loden
Courtesy of©sentres.com
Esistono ancora dimensioni che vivono ancora in armonia con la natura là dove si respira a pieni polmoni aria pura e ci si abbandona a dimensioni incontaminate dove si vive a ritmi lenti avvalendosi delle ricchezze che il territorio a messo a disposizione. In Trentino Alto Adige è possibile scoprire antiche tradizioni artigianali che permettono di ottenere prodotti naturali di valore come il Loden, tessuto di lana rinomato per la sua ottima resistenza e utilizzato per la produzione di cappotti, mantelli, gonne e pantaloni.

LA TRADIZIONE La parola loden deriva da “lodo” che in tedesco antico significava “balla di lana” e fa riferimento ad un prodotto storico delle Alpi, un tessuto che, fino al XVII secolo, era una prerogativa di pastori e contadini che lo producevano nei loro masi e lo indossavano nella quotidianità e in quanto la sua ottima fattura e resistenza permetteva di proteggersi da ogni capriccio climatico. Un tempo ogni casa di contadini aveva il suo telaio ed erano i tessitori ad essere itineranti e, maso dopo maso, trasformavano i fili di lana in stoffe resistenti. Il grande cambiamento avvenne  solo nell'800 quando divenne celebre tra la nobiltà austro-ungarica per volere dell’imperatore Franz Josef e Ludwig II di Baviera che portarono questo tessuto ad essere un vero e proprio capo di moda tipico delle escursioni e delle battute di caccia imperiali e, nonostante venisse impreziosito con l’aggiunta di lana merinos, manteneva le sue proprietà.

LE CARATTERISTICHE Come oggi, anche allora queste stoffe venivano lavorate partendo dalla tosatura di pecore selezionate utilizzando solo la lana più delicata e avvalendosi dell’ausilio di macchinari moderni. Dopo la filatura e tessitura la stoffa ancora molto grezza, viene follata, procedimento attraverso il quale si sfrutta la capacità, unica della lana di pecora, di infeltrire con il calore . Così facendo il tessuto, una volta asciugato, si ritirava e si infeltriva acquisendo la sua fondamentale impermeabilità aumentando la resistenza del tessuto. Solo successivamente viene tinto, garzato, vaporizzato, rasato e pettinato.

IL TERRITORIO Facendo rotta in Val Pusteria, a Vandoies, via Val Pusteria 1, si trova il museo "Mondo del Loden", Lodenwelt, uno spazio che riporta indietro nel tempo e permette di conoscere i segreti del mondo della produzione tessile presentando ai visitatori, attraverso dimostrazioni dal vivo, l’intero processo che dalla pecora porta al capo di abbigliamento finito vedendo quelli che sono gli utensili utilizzati come il telaio, l'arcolaio e il mulino della follatura fedeli compagni di filatura delle donne nelle lunghe sere d’inverno.

INDIRIZZI I punti di riferimento in Alto Adige per fare la scorta di capi in Loden sono Oberrauch Zitt a Vandoies, in Via Val Pusteria 1, nel laboratorio artigianale dove trovare giacche, cappotti e maglioni di ottima fattura, sia per uomo che per donna e, nell’adiacente museo del Loden, i visitatori possono ottenere tutte le informazioni sulla storia e la produzione di questo pregiato materiale. Altro indirizzo prezioso è Moessmer, sito in via della Mostra 2, a Bolzano, presente anche in versione outlet a Brunico, è la più antica realtà industriale della Val Pusteria che, dal 1894, ha vestito la corte austro-ungarica a cavallo mentre oggi è fornitrice e partner delle più importanti griffe della moda quali Prada, Etro, Armani, Dolce&Gabbana, Louis Vuitton etc.
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