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Villanova: le erbe palustri diventano arte

Dalle paludi alle abili mani delle artigiani: la paviera ferrarese rappresenta una delle attività tipice dell'artigianato delle valli del Delta del Po.

Scarpette paviera
Courtesy of©erbepalustri.it
L'area ferrarese è una zona ricca di sorprese tutta da scoprire e, al di là del suo ricco patrimonio culturale ed i suoi gioielli architettonici, l’artigianato si ritaglia un ruolo importante. Oltre alle ceramiche ed alla terracotta, uno dei vanti locali risiede nella pavierauna canna che cresce nelle zone palustri lungo i canali e i fossati alle porte della città, materia prima utilizzata da abili artigiani che, intrecciando abilmente le erbe palustri, confezionavano borse, stuoie e cappelli per lo più legati all’attività agricola.

LA TRADIZIONE Il cuore caldo della produzione artigianale è quello della Bassa Romagna, una zona coperta da stagni e paludi là dove, a partire dal agli inizi del XIV realtà delle valli del Delta come Canossa, Argenta, Comacchio, Ostellato e soprattutto in quel di Villanova di Bagnacavallo fecero tesoro dell’ambiente circostante sfruttandolo al meglio per produrre le attrezzature di cui aveva bisogno. Stando a quanto rivela un’antica leggenda, il merito dello sviluppo commerciale della paviera è legato ad un gruppo di nomadi che iniziarono a fabbricare le prime sporte per scambiarle e venderle nei dintorni. Cuore caldo dell’attività e Villanova, nota all’epoca come “Villanova delle Capanne”, una realtà adagiata sulle sponde del fiume Lamone dedita alla lavorazione delle erbe palustri quali la paviera con un grande boom nella seconda metà dell’800 quando, da attività occasionale vede sempre più divenire un vero e proprio mestiere: stando a quanto rivelano i dati di un censimento effettuato a fine secolo, oltre 800 persone, su una popolazione complessiva di circa tremila abitanti, era occupate nel settore. Non esistevano però vere e proprie botteghe, l’attività era prevalentemente esercitata presso le abitazioni private e nei cortili, dove si lavorava per produrre oggetti d’uso quotidiano e da esportare in terra straniera, in Germania, Austria e Francia; basti pensare che, tra il 1958 e il 1963 si raggiunsero numeri da capo giro, vennero infatti prodotti quasi 70.000 pezzi all’anno. Il suo successo durò fino al secondo dopoguerra per subire un forte arresto e declino nell’epoca moderna con l’arrivo di materiali come la plastica, con la concorrenza.

LE CARATTERISTICHE Il ciclo produttivo della stiancia (pavìra, in dialetto) parte  dalla raccolta della stessa, effettuata tra acque degli acquitrini attraverso l’ausilio di un falcetto al fine di raccoglierla e legarla in tanti fasci lasciati successivamente essiccare al sole. Ogni sua parte veniva selezionata e utilizzata: le foglie esterne erano utili per la produzione delle stuoie mentre, la parte centrale, quella più morbida, serviva per le sporte. Se la raccolta era una prerogativa degli uomini, l’attività dell’intreccio vede all’opera per lo più il gentil sesso che, seguendo tecniche ancestrali, si servivano semplicemente di rudimentali strumenti per la realizzazione di oggetti d’uso comune facenti parte della produzione tipica locale: in passato, essendo la zona molto gettonata dagli uccelli migratori, era una meta di caccia e la paviera era intrecciata a forma di anatra e, grazie alle sue proprietà, galleggiando, era usata come richiamo per la caccia, un uso decaduto oggi per trovare posto nelle case come affascinanti soprammobili.

IL TERRITORIO Chiunque può rivivere la storia di Villanova scoprendo il suo ricco passato, dalla sua nascita allo sviluppo dell'attività commerciale legata alle erbe palustri visitando l’Ecomuseo delle Erbe Palustri, sito in quel di Via Ungaretti 1,  dove si possono ammirare oltre circa 3.000 manufatti realizzati secondo tecniche medievali e ottocentesche. Al suo interno si trova anche l’EtnoparcoVillanova delle Capanne caratterizzato dalla presenza di costruzioni rurali in canna palustre. Inoltre, per entrare nel vivo della tradizione, nel secondo fine settimana di settembre ha luogo a Villanova la “Sagra Civiltà delle Erbe Palustri”, un salto nel passato che ha come fine quello di riportare in vita le più vere tradizioni della Romagna osservando con quale maestria e passione gli anziani del paese si adoperano con un’abilità invidiabile nella produzione di oggetti come sporte, fiaschi, scope, cesti, sedie  e tanto altro.

INDIRIZZI Oggigiorno, nonostante il forte calo che l’attività artigianale ha subito, è ancora possibile trovare artigiani che intrecciano la paviera con passione ricavandone piccoli capolavori d'arte povera desiderosi di tenere in vita questa tradizione. Per fare uno shopping alternativo, presso il bookshop dell’Ecomuseo è possibile trovare una ricca selezione di cesti, scope, richiami o ancora coperture per i fiaschi.

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