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Le maschere "belle e brutte" di Schignano

Nel comune alle porte del Lago di Como il Carnevale si esprime con la tradizione dei "Bèi e i brùt": abili scultori locali forgiano personaggi come il Mascarun, la Ciocia e il Carlisepp

Maschere e costumi del carnevale di Schignano<br>
Courtesy of©Pifoyde/wikimedia commons
Maschere e costumi del carnevale di Schignano
Tempo di divertimento, tempo di Carnevale. Oltra a quelli più illustri quale la scenografica Venezia, lo storico di Ivrea con la famosa Battaglia delle Arance, il satirico di Viareggio o il fascino arcaico di Putignano spicca quello teatrale di Schignano, realtà in provincia di Como, nell'alta Val d'Intelvi che mette in mostra il patrimonio culturale del folklore locale.

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LA TRADIZIONE A Schignano, un paese abitato da poco meno di mille anime, l’inverno ha una sapore speciale in quanto si colora di allegria e festa con il tipico carnevale, un momento molto sentito che, fino a qualche decennio fa, segnava il momento di coloro che dovevano partire per i lontani luoghi di lavoro. Era infatti un paese in cui l’ emigrazione portava gli uomini a cercare fortuna altrove tornado solo qualche mese l’anno per fare visita alla famiglia, una dolce pausa, un idillio che, come tutte le cose belle, aveva fine la mattina dopo il martedì grasso. A rendere meno aspro l’addio la manifestazione carnevalesca rappresentazione che porta in scena la contrapposizione di due figure che esaltano la divisione sociale tra i Bèi e i brùt,  ovvero il Bello detto “Mascarun”, un panciuto signorotto raffigurato in tutta la sua eleganza, quella di un abito sartoriale finemente confezionato con stoffe dai colori forti attraverso il quale punta a ostentare la sua ricchezza mentre, il Brutto, ovvero il povero con il suo aspetto grottesco e sgraziato il cui costume fatto di stracci, vecchie scarpe, è accompagnato dalla presenza di un accessorio simbolico, la valigia, come quella dell’emigrante pronti a fare il loro ingresso scenografico nella piazza principale del paese, sfilando tra i vicoli interni e le strade con congiungo le varie frazioni. Al corteo si aggiungo una serie di altre maschere quali il Carlisep, ormai rimosso, la Ciocia ovvero la moglie-serva del Bello e, infine, I Sapeaur e La Sigurtà il tutto termina alla mezzanotte del martedì grasso, con il fuoco di Carlisepp, il fantoccio che decreta la fine del Carnevale. A unire i personaggi, è la maschera che portano sul volto per nascondere l’identità e completare il travestimento. Il tutto viene reso ancora più gustoso grazia alla presenza di bancarelle e stand che presentano ai visitatori le tradizionali e sfiziose pietanze locali.

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LE CARATTERISTICHE Uno dei tratti più importanti del carnevale sono le maschere in legno, opere che sono realizzate non da intagliatori del legno professionisti, semplicemente da scultori locali, la tecnica è povera ma l’amore e la passione tanta, quello di pochi mascherai che facevano le maschere per tutto il paese avvalendosi del ceppo di noce in quanto è meno duro ma soprattutto non scheggia molto incavate, che vengono scolpite a mano da artisti locali, in genere comuni persone che, per passione, si sono cimentate a scolpire le maschere di legno. Ogni modello presenta caratteristiche diverse e varia ovviamente in base al volto del committente, ma anche dal tipo di soggetto scolpito: in linea di massima comunque le dimensioni variano all’incirca dai 35 ai 20 cm. Una volta raggiunta la stagionatura si sgrossa il primo blocco di legno in misura grezza e, successivamente, sul blocco di legno viene disegnato a matita il disegno, il tirée, della maschera per procedere alla vera e propria lavorazione avvalendosi di strumenti come il martello, lo scalpello piatto, attrezzi a lama curva etc. a fine opera, la maschera viene lisciata con la carta vetrata per concludere con la lucidatura Si tratta di un’attività che richiede tempo, per ogni manufatto ci vuole un minio di 50-60 ore. Si incomincia il lavoro seduti sulla cavra, una sorta di cavalletto con sedile e una smorza di legno per bloccare la maschera in lavorazione, poi coi vari attrezzi si procede nella lavorazione.

IL TERRITORIO La M.A.SCH.E.R.A. di Schignano, Associazione di promozione sociale in ambito culturale permette di scoprire il patrimonio culturale del carnevale schignanese in paese: da non perdere l'esposizione dei manichini con le maschere del Carnevale  in via Portico, in frazione Occagno, location ideale per conoscere da vicino l’arte e il folklore locale e l’abilità delle sarte del paese.

INDIRIZZI Tra i grandi nomi che spiccano nel settore c'è quello di Luca Passini, mascheraio esperto nonché artigiano decoratore e pittore, nell’ultimo decennio si è adoperato a intagliare le maschere tradizionali che riproduce rielaborate secondo una personale ricerca di nuove espressività. Altro nome altra mascheraia, quello di Sara Peduzzi, donna che, lavorando legno di Cirmolo e il Noce, con la sua bravura dimostra che la scultura delle maschere non è una pratica soltanto maschile.

DATE 2015 Il Carnevale quest'anno aprirà il sipario domenica 8 febbraio con la sfilata dedicata ai bambini per proseguire il 14 febbraio, occasione in cui si potrà assistere al primo grande corteo ma, l'appuntamento cult, cade il 17 febbraio, tra sfilate e maschere.

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