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Napoli: tutto quello che c'è da sapere sui cornetti portafortuna

Caratteristiche e curiosità sugli amuleti più antichi e famosi della tradizione artigianale partenopea

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©Easy_Asa/iStock
Un cornetto portafortuna
E' uno dei talismani più antichi e conosciuti. Nel corso della storia la sua forma ha accompagnato e caratterizzato usanze di diverse epoche e culture. Il cornetto portafortuna vanta origini remote ed è diventato, con il tempo, uno degli emblemi della tradizione artigianale di Napoli dove la superstizione e la scaramanzia sono da sempre profondamente radicate.

LA TRADIZIONE L'associazione della forma del corno alla fortuna, e dunque alla fertilità ed alla prosperità, risale alla notte dei tempi. In epoca preistorica, infatti, si valutava la potenza ed il vigore di un animale in base alle dimensioni delle loro corna che divennero, dunque, ben presto un simbolo benaugurale spesso esposto all'esterno delle capanne in segno di buon auspicio. Nel corso del tempo la superstizione legata alla sua simbologia non perse suggestione ed, anzi, a seconda delle epoche e delle culture assunse, talvolta, persino connotazioni mitologiche. Non è un caso che combattenti e condottieri indossassero, ad esempio, elmi ed ornamenti che richiamavano le corna degli animali. Con il trascorrere dei secoli questi amuleti vennero caricati di significati e di funzioni sempre più numerose: si credeva, ad esempio, che allontanassero il malocchio e che fossero portatori di guadagno. Nella zona di Napoli la tradizione legata alla realizzazione di oggetti a forma di corni e cornetti si diffuse sin da epoche remote, probabilmente antecedenti alla nascita di Cristo, ma fu nel Medioevo che conobbe la sua vera fortuna, quando orafi e gioiellieri si specializzarono nella creazione di monili e preziosi con le sembianze del corno. Ben presto questi oggetti ed i loro produttori riscossero un crescente apprezzamento creando, inevitabilmente, un legame ancora più forte tra questo talismano e la cultura partenopea. Oggi, infatti, corni e cornetti, chiamati “curnicielli” rappresentano uno degli oggetti più famosi e caratteristici dell'artigianato locale.

LE CARATTERISTICHE Secondo la superstizione, affinchè il corno eserciti la sua funzione di portafortuna deve essere innanzitutto rosso, da sempre colore della fortuna, ma anche della potenza e della vittoria, e fatto a mano in modo che colui che lo modella gli possa infondere energie positive con le proprie mani. Un tempo si riteneva, inoltre, che quelli realizzati in corallo avessero una maggiore efficacia perchè sfruttavano le proprietà attribuite a questo materiale che si riteneva scongiurasse il malaugurio e proteggesse le donne incinte. Un detto popolare, infine, specifica con chiarezza quali sono le caratteristiche fondamentali del talismano che dovrà essere, necessariamente “tuosto, stuorto e cu 'a ponta” (rigido, storto e con la punta). Perchè sia realmente efficace, però, il corno non deve essere mai acquistato ma sempre ricevuto in dono.

IL TERRITORIO I riferimenti alla superstizione legata alla forma del corno sul territorio partenopeo sono numerosi. In molti associano persino i simboli fallici rivenuti negli scavi di Pompei ed Ercolano (molto simili al “curniciello”) proprio alle credenze riguardanti i benefici apportati dai manufatti aventi questa forma.

GLI INDIRIZZI Per scoprire, acquistare (ma sempre rigorosamente per offrirli in dono) ed ammirare tutte le differenti versioni del tradizionale “curniciello” napoletano (da quello semplice, a quello adornato con corone e simboli associati alla fortuna, sino a quelli sormontati dallo “scartellato” - il gobbo - personaggio portafortuna rappresentato con il cilindro sul capo), l'appuntamento è nelle numerose botteghe artigiane del capoluogo partenopeo. Da non perdere, ad esempio, quelle di San Gregorio Armeno, famosa via dei presepi ma anche, appunto, degli artigiani.

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