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Valle d'Aosta zoccoli legno artigianali sabot

I sabotiers della Valle d'Ayas

Comodi, resistenti e senza tempo gli zoccoli in legno sono un simbolo della tradizione artigianale valdostana, oggi fabbricati per lo più ad uso turistico

I sabot
Courtesy of©lovevda.it
Non solo l’Olanda hai suoi zoccoli di legno: vale la pena curiosare tra l’artigianato della Valle d'Aosta per scoprire che anche il Belpaese ha il suo vanto. Siamo in quel della Val d’Ayas, una vallata alpina ai piedi del Monte Rosa, in Valle d'Aosta, dove si trova Antagnod, un delizioso borgo in cui da tempi remoti ha luogo la produzione dei “sabots”, tipiche calzature per secoli utilizzati dalla popolazione locale per proteggersi dal freddo, dall'acqua e dal fango.

LA TRADIZIONE Quella dell’uso dei sabot è una moda importata dal mondo nordico, un successo che ha visto la nascita di un grande numero di addetti al mestiere: secondo alcune testimonianze, alla fine del 1800 i sabotier di Ayas erano circa 400 e, se in primis era una prerogativa della sola Valle d’Aosta, in breve tempo, già alla fine del XVII secolo, raggiunse e conquistò il Piemonte divenendo il perno della vita economica e sociale.  Donne, uomini e bambini: tutti gli ayassini erano soliti indossare ai piedi queste calzature robuste e facili da sfilare chiamate tsôque pian-e tanto che, un solo sabotier, era in grado di realizzarne anche 15 paia di zoccoli al giorno. Ogni modello veniva realizzato manualmente e su misura, soprattutto durante la stagione invernale, a partire dal mese di novembre, in corrispondenza della festività di Ognissanti quando, essendo gli abitanti della valle impossibilitati a dedicarsi alle attività all’aria aperta, si mettevano all’opera con i loro attrezzi muovendosi alla volta di altre località della regione e del Piemonte, luoghi più funzionali in grado di offrire la materia prima dato l’impoverimento delle foreste locali.

LE CARATTERISTICHE La realizzazione dei sabots ha perso oggi quel valore che li caratterizzava in passato, quando la richiesta era alle stelle e gli artigiani erano soliti dover gestire innumerevoli ordini al giorno. Sono andati ormai perduti gli usi quotidiani e quello della lavorazione degli zoccoli si è ridimensionato ad un fenomeno di folklore infatti, in epoca moderna, le richieste sono prettamente da parte di turisti che desiderano avere un souvenir speciale per ricordare questa preziosa arte. Il lavoro dei sabotier non era qualcosa che si apprendeva sui banchi di scuola ma semplicemente si ereditava di padre in figlio, così come gli attrezzi del mestiere, e vedeva una stretta collaborazione di coppia finalizzata ad ottimizzare i tempi ed affinare l’arte: uno si occupava della parte interna e l'altro di quella esterna. Dal punto di vista tecnico ogni sabot non è mai uguale all’altro: per quelli dedicati ai locali, gli ayassini, si era soliti ricorrere al legno di pino di cembro e dare vita a modelli dalle forme più delicate, tacco più alto per le donne e, per i bambini,  una cordicella che teneva la scarpa unita alla caviglia. Per quel che concerne quelli destinanti alla vendita, chiamati tsôque tayan-e, sono in larice, pioppo tremolo e salice e la loro forma è più larga in quanto erano soliti inserire la paglia all'interno della calzatura per stare più comodi e, inoltre, si tratta di modelli unisex. L’iter lavorativo è piuttosto lungo ed articolato e, una volta reperita la materia prima, il legno, viene posizionato sul cartchôt, ovvero un cavalletto, al fine di iniziare a tagliarlo fino ad ottenere due pezzi, i due sabots, che verranno confrontati per controllare se si assomiglino in quanto, non essendoci misure, si va ad occhio. La parte meno impegnativa è quella che riguarda la parte interna, dapprima si scava l’interno del sabot e, tramite scalpelli, coltelli e seghetti, senza dimenticare l’ausilio di fil di ferro intorno all'imboccatura per garantire la tenuta, si realizza la calzatura.

IL TERRITORIO Una vacanza in Val d'Ayas non è solo montagna, bei paesaggi e sport, il territorio vanta tradizioni millenarie da scoprire tra chiese, castelli, cappelle e, ovviamente, un occhio di riguardo va anche all’attività artigianale, quella degli zoccoli in legno. Al fine di celebrare e valorizzare quest’antica arte, la Cooperativa “Li Tsacolé d’Ayas”, in collaborazione con il Comune di Ayas, ha dato vita ad una mostra permanente che è stata allestita nel cuore di Antagnod, in quel di Route E. Chanoux 10. Qui sono state messe in mostra le modalità di lavorazione delle tipiche calzature locali, svelando i segreti e le peculiarità di questo mestiere. Spostandosi a Fénis,  è possibile visitare quello che viene comunemente chiamato MAV, ovvero il Museo dell’Artigianato Valdostano di Tradizione, sito tra le mura di Villa Montana, un luogo interessante che, dal 2009, invita a scoprire la storia e l’evoluzione dell’artigianato locale attraverso foto, manufatti e sculture provenienti da collezioni pubbliche e private.

INDIRIZZI A Champoluc, una frazione di Ayas, è possibile ammirare intento all’opera il sabotier Leandro Favre, un abile artigiano che, insieme al fratello, ha seguito la tradizione di famiglia e, dal 1966, partecipa alla Fiera di Sant'Orso, un evento importante che, nel mese di gennaio, anno dopo anno torna di scena per mettere in luce i capolavori tipici dell’artigianato valdostano. Altro indirizzo utile in quel di Antagnod è Rue de l'Eglise dove si trova il negozio dell’Ivat, Institut Valdôtain de l'Artisanat typique, ente voluto dall’Amministrazione regionale al fine di essere un punto riferimento per la divulgazione dell’artigianato di tradizione. Qui, all’interno di una casa nota come “La Maison de l’Ours” , si possono acquistare sabots artigianali. La Val d'Ayas per rendere omaggio a questa preziosa arte e non lasciarla avvolgere dall'oblio, dedica ai sabots una giornata ogni anno, il 19 agosto: appuntamento per tutti per vivere una giornata di festa da condividere con i maestri sabotier, tra musiche, danze e la divertente corsa con i sabot: tutti possono partecipare, basta avere voglia di mettersi in gioco e, ovviamente, possedere un paio di zoccoli!

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