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Epifania befana italia Riti e tradizioni 

Epifania in Italia: feste, tradizioni ed eventi

Cosa succede la notte del 6 gennaio in Italia? Andiamo a scoprirlo

Befana
©Shutterstock
“L’Epifania tutte le feste si porta via”: recitava così il vecchio detto che esplicitava la fine delle feste natalizie a favore di un ritorno della quotidianità feriale. Ma la Befana italiana, così amata dai bambini ma così temuta dai grandi, raccoglie in sé tradizioni e misteri che raccontano superstizioni e riti benaugurati.

La festa dell’Epifania in Italia racconta la prima “epifaneia” (tradotto, dal greco, in manifestazione) del Cristo in occasione del suo battesimo nel Giordano. Ma anche il primo miracolo delle nozze di Cana e l’adorazione dei Re Magi, sacerdoti persiani, al cospetto del Gesù cristiano dopo il lungo cammino in groppa a dei cammelli. Oggigiorno è proprio l’ultimo evento ad essere maggiormente ricordato, senza entrare nel lungo dibattito verità o finzione della storia tramandatasi nei secoli. Ed una figura si è venuta ad imporre nel bagaglio culturale italiano: la brutta ma buona vecchietta dal naso adunco e brufoloso che viaggia a cavallo di una scopa. Una metafora che serve a rievocare proprio la venuta dei Magi, con espressioni tipicamente folkloristiche radicate specialmente nell’Italia settentrionale.

Nelle Tre Venezie, durante le sere della settimana antecedente, una compagnia vaga per le strade del paese, illuminata da un lumicino posto in una stella di carta, cantando in coro: “Dall'Oriente siam partiti con la guida d’una stella”. Tre bambini nel frattempo si inginocchiano davanti alle porte delle case e recitano: “Noi siamo i tre Re vegnudi tutti tre vegnudi dall'Oriente per adorar Gesù”. Se in Liguria le famiglie compiono il tradizionale giro di Presepi ed i bambini recitano poesie ad hoc, a Tortona, in Piemonte, un lungo corteo a carattere drammatico accompagnava i tre Re cavalcanti.

Ma l’Epifania è anche l’occasione per praticare una serie di riti propiziatori. Molte regioni sono accomunate dall’usanza di bruciare la vecchia: un enorme pupazzo in legna e stracci sottoposto a simpatico rogo, che portasse di buon auspicio per il raccolto nei campi e che esorcizzasse tutti i problemi dell’anno da poco concluso. In alcune zone della Toscana, Emilia Romagna e Tifino, la befana viene portata in giro per le vie del centro a bordo di un carro prima di essere bruciata in piazza.

In alcune regioni, come l’Emilia Romagna ed il Veneto, viene chiamata “Pasquetta”, riferendosi proprio alla Pasqua come massima festa del nuovo anno, di cui l'Epifania è la prima manifestazione. E’ il caso anche di Genova, Legnano e Molise; a Varallo Sesia è la Veggia Pasquetta l’orrenda vecchietta viene raffigurata con un piccolo bimbo, simbolo di resurrezione, che viene salvato dalle fiamme poco prima di essere arso. Ma nel Veneto c’è anche la tradizione del Panevìn, una enorme pira di legno sulla quale prenderà fuoco la “vecia” con il sottofondo musicale del “brusa la veda (strega)”: mentre il fuoco divampa, si consumano pinza (dolce a base di fichi secchi e zucca) e vin brulé e si osserva la direzione dei fumi che avrebbe pronosticato il risultato del raccolto dei mesi a seguire. Nel Friuli, invece, si suole correre tra i filari delle viti, con fasci di canne accese, gridando: “Pan e vin, pan e vin la grazia di Dio gioldarin (godremo)”.

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Non solo raccolto e campagna, l’Epifania porterebbe fortuna anche nel campo amoroso. La dodicesima notte dopo Natale è anche quella dei “Befani”. In Toscana, questi sarebbero dei fidanzati in prova, scelti da chi rinveniva all’interno di una focaccia una fava secca che incoronava lo stesso Re o Regina della Fava: a lui o a lei il piacere di decidere il proprio partner gettando la fava nel bicchiere del prescelto. Nel Molise, invece, l’uomo della propria vita potrebbe apparire in sogno alle nubili autoctone. E prima di andare a dormire, una preghiera di buon auspicio: “Pasqua Bbefania, Pasqua buffate, manneme ‘nzine (in sogno) quille ca Die m’è destinate”.

Paese che vai, Befana che trovi.

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