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Canossa, la magia del salice da vimini

A Reggio Emilia sopravvive un’antica forma di artigianato artistico che regala preziosi souvenir tipici di tutta la Val d'Enza

Cesti di vimini
Courtesy of©Vm/iStock
Cesti di vimini
L’architettura non è l’unica carta vincente di Canossa, comune della provincia di Reggio Emilia situato nel cuore delle Terre matildiche, una realtà testimone della grande storia che, nel Medioevo, vide protagonista la Contessa Matilde. L'attenzione si posa sulla Val d’Enza dove, data l’abbondanza di salice da vimini, albero dai rami lunghi, diritti e flessibili, si trova la materia prima fondamentale per la lavorazione artigianale e artistica di questo materiale messa a punto dalla manualtià di abili cestai intenti in lavori d'intreccio.

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LA TRADIZIONE Le origini della lavorazione del vimini hanno radici lontane che, a quanto pare, trovano essere a partire dal XVII secolo, epoca in cui si è registrato un grande sviluppo in tutta l’Europa centrale, Italia compresa, coinvolgendo soprattutto le zone del Veneto, Friuli ed Emilia là dove, data la natura del territorio, si andò presto a costruire una vera e propria professione legata alla produzione di oggetti in vimini tanto da raggiungere una perfezione artistica notevole la cui fama fece il giro del mondo. Fu a partire dall’inizio degli anni trenta che l'arte canestraia si fece strada nella Val d’Enza, là dove il mestiere si tramandava di generazione in generazione, interessando soprattutto le famiglie più povere e, nello specifico, le donne di casa che facevano di quest’attività la loro unica fonte di sostentamento. Facendo tesoro della propria manualità, le cestaie lavoravano sapientemente cesti di diverse forme e dimensioni al fine di immettere sul mercato prodotti interessanti per abbellire l’ambiente domestico e contenere e trasportare, data la resistenza, diversi tipi di alimenti. Nonostante la crisi che, come accade spesso ad antichi mestieri vede le tradizioni minacciate dall'avvento della modernità, la forza dell'amore di quelle vecchie leve ha tenuto in vita l’arte canestraia dando così la possibilità ad appassionati e curiosi di imparare un antico mestiere nonchè acquistare quei pezzi unici ancora in circolazione sopravvissuti alla concorrenza del mercato asiatico.

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?LE CARATTERISTICHE L’arte dell’intreccio è legata alle figure dei cestai, coloro che, con un'ammirevole abilità, offrivano prodotti artigianali di altissima qualità caratterizzati da leggerezza e, allo stesso tempo, resistenza. Tutto parte dalla materia prima, ovvero i ramoscelli dei salici da vimini, piante perenni molto diffuse in prossimità di luoghi umidi come i corsi dell'Enza e del Secchia. Una volta raggiunta la maturazione, compresa tra i mesi di giugno e luglio, i rami venivano raccolti al fine di essere intessuti, gli uni con gli altri, dopo esser stati sottoposti a una fase di reidratazione in grado di conferire una maggiore malleabilità al prodotto agevolando così il lavoro dell’artigiano pronto a plasmarlo e trasformarlo in pezzi unici dall'estrema robustezza e durata nel tempo. Se in un primo momento la produzione era legata prevalentemente ai cesti, oggetti destinati all’arredo domestico come porta pane, frutta o legna, oggigiorno tale produzione appartiene al passato ma non tutto è perduto, è bastato cambiare direzione portando l’arte dell’intreccio a puntare l’attenzione sul mobilio e sul midollino, ovvero il midollo del giunco proveniente dall’Asia, Indonesia in primis, materiale che si ottiene con la trafilatura della parte interna del giunco. Dopo aver immerso il materiale nell'acqua, quei lunghi filamenti cilindrici possono essere facilmente intrecciati a mano per dare vita all'oggetto del desiderio.

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?IL TERRITORIO Al fine di non far morire un’attività cara alla tradizione locale, dal 1998 il Comune di Canossa promuove corsi pratici dedicati a tutti coloro che desiderano arricchire il proprio bagaglio culturale aggiungendo una nuova esperienza pratica al curriculum, un'occasione per mettersi in gioco e misurarsi con l'apprendimento di questa lavorazione che ha ricevuto notevoli consensi facendo così sperare che questo mestiere possa continuare a vivere e raccontare alle nuove generazioni il suo fascino.??

INDIRIZZI Oggi come ieri, una realtà sempre in piedi è la ditta Castagnetti, una storia interessante quella di questa famiglia che dimostra come un mestiere possa essere tramandato di generazione in generazione e, nonostante lo scorrere del tempo, rimanga sempre al passo con i tempi. Nata intorno al 1930, l’azienda lavorò con passione e maestria il salice creando cesti di grande appeal, prodotti che non rimasero confinanti nel territorio nazionale ma trovarono fortuna nei più grandi magazzini d’Europa e del Nord America. Con l’arrivo degli anni sessanta e del boom dell’arredamento, l’azienda decise di seguire la scia puntando l’attenzione non più sui cesti, ormai caduti in disuso, ma dando vita ad articoli sempre più moderni sfruttando le potenzialità di materiali come giunco, midollino e rattan in maniera tale da andare incontro e soddisfare le esigenze del mercato con prodotti unici nel design.??

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